Un colore energico, che mette allegria, in contrasto con il sapore delicato, quasi dolce, che si sposa bene con gusti più decisi. È la zucca, un ortaggio che nell’immaginario collettivo è associato al mondo della magia – svuotata e intagliata a forma di volto, infatti, diventa Jack-o’-lantern, ed è il simbolo di Halloween; ma è stampata nella nostra memoria anche per favola disneyana in cui la fata la trasforma in carrozza, per consentire a Cenerentola di recarsi al ballo e conoscere il Principe Azzurro.
La zucca è un prodotto della terra dalle proprietà benefiche per l’organismo, che non può mancare sulle nostre tavole in questo periodo. È in autunno, infatti, che si raccolgono i frutti della cucurbita maxima – la zucca grande e tonda, dalla polpa di color arancione o giallo scuro –, che può essere così gustata per tutto l’inverno.
Di origini antichissime, era coltivata dalle popolazioni indigene del continente americano già settemila anni prima di Cristo; era nota anche nella Roma antica, dove era chiamata cocutia (“testa”) – con questo termine si indicava la Legenaria vulgaris, dalla caratteristica forma a fiasco, ancora oggi molto diffusa nei mercati della Capitale.
Con la scoperta dell’America arrivarono in Europa altre varietà di zucca, come la maxima e la moschata, dalla forma allungata, che oggi consumiamo abitualmente. Proprio all’epoca dei viaggi di Colombo risale la nascita dei famosi tortelli mantovani – una sfoglia all’uovo ripiena di zucca, amaretti, formaggio grattugiato, mostarda e noce moscata – e dei cappellacci ferraresi – con il pangrattato al posto degli amaretti e privi della mostarda –, preparati dai contadini del Cinquecento perché senza carne e dunque meno costosi.