La chiamano la Manhattan del Medioevo, per le quattordici imponenti torri – la più alta raggiunge i 54 metri – che si elevano sopra i suoi palazzi e dominano la campagna circostante, regalandole un fascino unico al mondo. San Gimignano, nel cuore della Val d’Elsa, considerata tra i borghi più belli della Toscana è anche conosciuta in tutto il mondo come patria del mangiar bene e sano. È rinomata innanzitutto per la coltivazione dello zafferano, tutelato dal marchio DOP, che nei ristoranti e negli agriturismi del posto viene impiegato per arricchire le ricette della tradizione, come i crostini con i fegatini di pollo, oppure i risotti, gli spezzatini di carne, persino i dolci come creme e zuccotti. Per l’olio extravergine, intenso e fruttato, immancabile sulla fettunta – la bruschetta nel dialetto toscano –, sulla panzanella e sulle classiche zuppe della cucina regionale, dalla ribollita col cavolo nero alla zuppa frantoiana con fagioli cannellini e patate. E per la Vernaccia, un vino (in origine bianco, oggi anche rosso e rosato) di cui si ha notizia sin dalla fine del 1200, che nasce esclusivamente nel territorio sangimignanese.
Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco dal 1990, è diventata famosa perché ha mantenuto intatto l’aspetto di una cittadina del Trecento, con le sue case, piazze e stradine rimaste ‘ferme’ all’epoca medievale. Quanti non la conoscono possono approfittare del prossimo weekend di San Valentino per visitarla, concedendosi un paio di giorni per scoprire i suoi tesori artistici e i sapori genuini delle colline senesi.
In viaggio tra i sapori delle colline senesi
In viaggio tra i sapori delle colline senesi
In un weekend del gusto tra le eccellenze di San Gimignano, Siena e dintorni non possono mancare i prelibati salumi di cinta – la razza suina presente in questa zona già dall’epoca etrusca, tutt’ora allevata allo strado brado e alimentata con ghiande e mangimi naturali – serviti come antipasto assieme al pane ‘sciocco’: il prosciutto crudo, il capocollo, il lardo alle erbe, il salame, la pancetta, la finocchiona. Poi la carne fresca, come salsicce, lombate e bistecche cotte alla brace, o l’arista, che si mangia a fette con una salsina di salvia, rosmarino e aglio. E i formaggi: il Pecorino delle Crete Senesi, fortemente aromatico, la Caciotta, morbida e delicata, e il dolcissimo Raviggiolo di latte di pecora.
Fra le specialità tipiche di questa terra troviamo ancora la pasta fresca, come le pappardelle con il sostanzioso ragù di lepre e i pici – grossi spaghetti di semola e acqua che in passato venivano conditi soltanto con un po’ d’olio e abbondante cipolla –, accompagnati dal sugo di briciole (pane raffermo dorato con olio e aglio), di anatra o di salsicce e funghi. Tra i secondi da non perdere la Scottiglia, uno stufato di carni miste (maiale, manzo, pollo, coniglio), cotto per molte ore con sugo di pomodoro, brodo di carne e peperoncino, e l’umile ciancifricola senese, un piatto a base di uova sbattute e pomodori che per secoli ha sfamato le famiglie contadine. E per finire i celebri dolci a base di frutta secca, miele e spezie, apprezzati ben oltre i confini toscani, da abbinare rigorosamente al Vin Santo: il Panforte, tipico del Natale ma disponibile tutto l’anno, i Cavallucci, arricchiti da pepe e zenzero, i delicati Ricciarelli con mandorle, zucchero e albume d’uovo, e le Copate, uno squisito impasto di noci, mandorle e miele racchiuso tra ostie da pasticceria.
Un gioiello di architettura nel verde della Toscana
Un gioiello di architettura nel verde della Toscana
Sorta in epoca etrusca su uno dei colli della Val d’Elsa – che prende il nome dal fiume che attraversa la provincia di Siena e in parte quella di Firenze –, San Gimignano conserva ancora oggi l’aspetto che aveva durante il Medioevo, quando sorsero gli edifici che nel tempo l’hanno resa una meta privilegiata dai turisti italiani e stranieri. “Una testimonianza eccezionale della civiltà medievale poiché racchiude, all’interno di un’area limitata, tutte le strutture tipiche della vita urbana: piazze e strade, case e palazzi, pozzi e fonti”, così la descrive l’Unesco, che nel 1990 ha dichiarato il suo Centro Storico Patrimonio dell’umanità. Qui le tracce della società comunale sono visibili innanzitutto nelle altissime torri, le dimore fatte costruire tra il Duecento e il Trecento dalle famiglie potenti dell’epoca, che simboleggiavano l’importanza e la ricchezza della casata: delle settantadue originarie oggi ne restano quattordici, tra cui la Rognosa, che è la più antica, quella del Potestà, detta anche Torre Grossa per i suoi 54 metri di altezza, e le Torri gemelle dei Salvucci in Piazza del Duomo.
Arrivando a San Gimignano in auto lo scenario che si offre alla vista è davvero suggestivo: il borgo si svela all’improvviso come un piccolo gioiello di architettura completamente immerso nel verde della Toscana. Addentrandosi tra le sue stradine si scoprono la Chiesa della Collegiata (il Duomo), dove sono conservati capolavori del Quattrocento come il Martirio di San Sebastiano di Benozzo Gozzoli, l’Annunciazione e il Ciclo di Santa Fina di Domenico Ghirlandaio; il Palazzo del Podestà, di fronte al Duomo, con le opere di Filippino Lippi e del Pinturicchio e la Piazza della Cisterna, l’antica sede del mercato che si trova nel punto più alto della città, da cui si può godere di una vista privilegiata sulla campagna circostante.