
Mezzo secolo di storia del nostro Paese raccontata attraverso il vino. Da domenica 10 a mercoledì 13 aprile a Verona torna Vinitaly, il Salone internazionale del vino e dei distillati di Veronafiere, che quest’anno spegne le sue prime cinquanta candeline. Un traguardo importante celebrato con un’edizione dai grandi numeri: un’area espositiva di oltre 100mila metri quadrati – la più estesa di sempre – e ben 4.100 aziende coinvolte, che ne fanno che la prima fiera del settore vitivinicolo a livello mondiale.

Nato nel 1967 con le “Giornate del vino italiano”, a cui presero parte un centinaio di espositori, oggi Vinitaly è un evento dedicato alle oltre 500 varietà autoctone del Vigneto Italia – di cui 73 DOCG, 332 DOC e 118 IGT – e ad un settore del made in Italy dal valore di ben 12,4 miliardi di euro, che dà lavoro a 1 milione e 250mila addetti lungo tutta la filiera. Un settore che ha costruito la sua fortuna grazie a imprenditori che “hanno saputo valorizzare con le proprie produzioni gli ambienti naturali, i paesaggi rurali, integrando l’offerta culturale dei territori”, come ha dichiarato il presidente di Veronafiere Maurizio Danese.
Ma rappresenta anche una vetrina per i produttori esteri – arriveranno da Spagna, Francia, Gran Bretagna, Cina, Argentina, Australia – e una spinta per far crescere l’export vinicolo italiano, con l’obiettivo di superare i 5,4 miliardi di euro di fatturato registrati nel 2015.
Ai visitatori, che l’anno scorso sono stati oltre 150mila, di cui 55mila stranieri, la rassegna offre l’occasione di immergersi tra grandi bottiglie, vini di nicchia e biologici, ma anche di trascorrere qualche giorno nella bella Verona partecipando a Vinitaly and the City, il fuori-salone che prevede degustazioni, showcooking e spettacoli nelle piazze e in luoghi famosi della città.
Tra nomi storici e vini giovani
Tra nomi storici e vini giovani

Il Barbaresco, il Barbera e il Moscato d’Asti del Piemonte, il Chianti e il Brunello di Montalcino della Toscana, il Greco di tufo e la Falanghina della Campania, il Primitivo di Manduria pugliese. A Vinitaly ci sarà spazio, naturalmente, per le etichette storiche, che saranno affiancate dalle novità più interessanti del settore. Come il Merlot ‘sostenibile’ prodotto da Duccio Brini, proprietario de “Il Conventino”, tenuta vinicola di 22 ettari a Montepulciano, che sta sperimentando per il suo vino l’invecchiamento nei vasi in ‘cocciopesto’, ottenuti da scarti di fornace secondo un’antichissima tecnica di origine romana, ripresa in seguito per i tetti dei Sassi di Matera – una scelta ecologica, che permette di evitare il passaggio nelle botti di legno e il sacrificio degli alberi, e a ‘risparmio energetico’, poiché i vasi non vengono cotti ma asciugati all’aria.
O ancora, il Verdicchio marchigiano – che in un’indagine sulla notorietà dei vini italiani realizzata da Nomisma-Wine Monitor è risultato il bianco più conosciuto dai nostri connazionali – a ‘sangue blu’ della “Tenuta di Tavignano” (Jesi), acquisita 25 anni fa dai nobili Stefano Aymerich di Laconi e Beatrice Lucangeli, che unisce la lavorazione biologica – nasce da uve autoctone raccolte a mano – all’etichetta ‘giovane’, ispirata al mondo della moda e del design. Per gli amanti dei prosecchi ci sono quelli dell’azienda “Astoria Vini” di Venezia, che quest’anno propone, accanto a quelli tradizionali come lo Spumante Valdobbiadene DOCG di Cartizze, morbido e dall’aroma di fiori bianchi, e al Corderie Prosecco Superiore DOCG, novità come il Gaggiendre Prosecco DOC, primo vino biologico dell’azienda, e il Fanò Asolo Prosecco Superiore DOCG, un extra brut appena nato e pensato per gli estimatori degli spumanti più secchi.
Non solo vino
Non solo vino
Dall’8 all’11 aprile all’evento dedicato al vino si affianca Vinitaly and the City, il fuori-salone con degustazioni, concerti, incontri, visite guidate che animeranno le zone più belle della città. Tra gli appuntamenti più gustosi c’è il tour “Arte e Sapori”, che parte da Piazza Bra e attraversa le vie del centro storico, facendo tappa nei ristoranti alla scoperta delle specialità della cucina locale, dai formaggi come l’Asiago e il Piave al Risotto con i pessin, i pesciolini raccolti nelle risaie della Bassa veronese, alla Pastisada de caval, il brasato di carne di cavallo con cipolla e spezie.
I padiglioni dell’Arsenale austriaco, invece, ospiteranno “Biologic, dalla Terra alla Strada”, rassegna dedicata ai vini biologici e biodinamici che verranno offerti ai visitatori in abbinamento a cibi di strada provenienti da tutta Italia a bordo di 16 foodtruck, tra cui la polenta brustolita bergamasca, i salumi di Parma, le olive ascolane e la farinata di ceci ligure. L’elenco di tutte le iniziative è disponibile sul sito vinitalyandthecity.com.