Marmellate fatte in casa sul pane appena sfornato, pasta tirata a mano ed extravergine di qualità, sughi fatti con verdure e pomodori raccolti direttamente dall’orto, pietanze saporite e popolarissime come la parmigiana di melanzane e i peperoni ripieni: per riscoprire la cucina “di una volta”, questa estate ben 3 milioni di persone – secondo le stime della Coldiretti – hanno scelto di trascorrere le proprie vacanze in agriturismo. Non solo italiani, ma anche turisti stranieri in visita nei luoghi d’arte della Penisola, che hanno deciso però di soggiornare in strutture più tranquille fuori città, per rilassarsi e assaggiare le specialità regionali.
In particolare, nelle due settimane centrali di agosto, nei 21mila agriturismi sparsi per la Penisola è previsto il tutto esaurito, come evidenzia Agriturist, l’Associazione Nazionale per l’Agriturismo, l’Ambiente e il Territorio: “Ai nostri ospiti – commenta il Presidente Cosimo Melacca – interessa vivere un’esperienza al 100% sempre più legata al territorio, al made in Italy e al concetto di benessere inteso nel senso più ampio del termine”.
Un’esperienza che parte dalla tavola, dalla voglia di gustare piatti preparati nei tempi giusti, senza fretta, con ingredienti locali, di stagione e spesso coltivati con metodi biologici, nel rispetto dell’ambiente e della salute di chi li mangia. Per una vacanza che unisce tradizione e sostenibilità.
In fila al museo col pranzo al sacco a km zero
“L’aumento dei flussi turistici – fanno sapere da Coldiretti – riguarda soprattutto quelle realtà che hanno saputo meglio diversificare ed innovare l’offerta”. Negli ultimi anni molte strutture si sono attrezzate per offrire agli ospiti spazi per tende e camper, attirando così gli amanti del campeggio, che acquistano i prodotti a km zero venduti dall’azienda agricola e li cucinano con le loro mani all’interno della roulotte. Così nell’Agricampeggio “La Rocchetta”, immerso nel verde della campagna ferrarese, tra tigli, olmi e frassini, è possibile assaggiare la frutta e la verdura del luogo, insieme alle insolite confetture di Franca, la padrona di casa, con fichi e noci, zucca e mandorle, fragole e sambuca, melone e rabarbaro, cipolle, peperoni e melanzane.
In aumento, ancora, gli agriturismi che preparano per i clienti il pranzo al sacco da portare comodamente con sé per una giornata al mare o al museo: un servizio particolarmente apprezzato dai turisti, per risparmiare e mangiare cibi genuini, evitando tramezzini e panini comprati in giro. Nel sacchetto gourmet de “La Sassicaia” di Castiglion della Pescaia (Grosseto), nel cuore della Maremma, ad esempio, finiscono il Lardo di Colonnata, il prosciutto toscano e i formaggi accompagnati dal miele locale.
Alla scoperta di grani antichi e colture in via di estinzione
Sempre più apprezzati, infine, poderi e cascine che recuperano antiche colture ormai in via di estinzione, contribuendo a salvaguardare la biodiversità agricola del nostro Paese. Come “La Capannina” di Volterra (Pisa), che coltiva il miglio e l’avena nuda (un cereale ricco di proteine, vitamine e minerali) e produce pasta con farine di grani duri e rari, tra cui il Senatore Cappelli, il Tilmilia e l’Etrusco, macinandoli su pietra. O la splendida Masseria Storica “Pilapatucci” di Toritto (Bari), situata lungo la Strada dell’Olio di Puglia, che oltre all’extravergine vanta tra le sue eccellenze la Mandorla di Toritto, Presidio Slow Food, dal retrogusto intenso.
Per chi vuole ritrovare i sapori dimenticati del Belpaese l’elenco delle strutture che offrono prodotti di questo tipo – numerosissime in tutta Italia – è disponibile sul portale dell’AIAB, l’Associazione Italiana Agricoltura Biologica.
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