Tra le spezie che troviamo sugli scaffali del supermercato da qualche tempo ce n’è una in più: la curcuma. Fino a non molti anni fa venduta esclusivamente dai negozi di cibi orientali, oggi si trova ovunque, conservata in barattoli di vetro o in bustina, pronta dare un tocco esotico a piatti di carne, pesce o verdura, oltre che a tingerli di un bel color giallo carico.

CurcumaNel nostro Paese se ne sente parlare sempre più spesso: la curcuma è apprezzata per il sapore non ‘invasivo’, ma soprattutto per le sue proprietà benefiche per l’organismo, che l’hanno portata a essere protagonista di un recente seminario tenuto a Expo dai medici della Società italiana di nutraceutica (Sinut).

Dalle Indie alle nostre cucine

Chiamata anche Zafferano delle Indie – un nome che gli fu attribuito da Marco Polo –, nella sua terra natale la curcuma è l’ingrediente principale del curry, l’esplosiva miscela di spezie in cui troviamo anche cumino, coriandolo, cardamomo, cannella, anice, zenzero, noce moscata, chiodi di garofano, pepe e peperoncino. In India è impiegata quasi ovunque: nei bocconcini di pollo accompagnati dal riso basmati, nelle minestre e nelle verdure stufate, nel dahl di lenticchie – una zuppa molto densa dove compaiono pure il curry e lo zenzero – e nell’impanatura del pesce fritto.

Nel nostro Paese è utilizzata soprattutto in abbinamento con i bocconcini o gli straccetti di pollo e tacchino, saltati in padella, o nel risotto, da cucinare seguendo il procedimento di quello allo zafferano. Un’alternativa alle classiche patate al forno o fritte sono poi quelle alla curcuma, cotte in un tegame coperto con olio e un goccio d’acqua e insaporite con la spezia a fine cottura – allo stesso modo è possibile preparare pure zucchine o peperoni.

Mescolando mezzo litro di olio extravergine d’oliva con tre cucchiai di curcuma e lasciando macerare il tutto per una settimana in un barattolo di vetro si ottiene un olio buonissimo sull’insalata e sulle bruschette.

Curcumina e Alzheimer

In occasione del suo V Congresso nazionale che si è tenuto a Bologna a fine maggio, la Società italiana di nutraceutica ha organizzato un workshop ospitato nel Padiglione Italia di Expo, puntando l’attenzione sul legame tra le sostanze naturali presenti in alcuni cibi e la cura o la prevenzione di patologie specifiche, anche gravi – la nutraceutica studia proprio la capacità dei nutrienti contenuti nelle piante, negli animali e nei minerali di prevenire o trattare malattie croniche.

Nel corso del seminario, gli esperti della Sinut hanno evidenziato, in particolare, la correlazione tra curcuma e Alzheimer: in India e negli altri Paesi orientali, dove questa spezia è consumata regolarmente, il numero di persone che si ammala di patologie degenerative è davvero basso. Il merito è della curcumina, un polifenolo dal potere antiossidante, che sarebbe in grado di proteggere le cellule cerebrali dall’ossidazione.

Già altri studi, in passato, hanno rilevato gli effetti benefici della curcuma sul sistema nervoso: lo scorso anno, i ricercatori dell’Istituto di Neuroscienze e Medicina di Jülich, in Germania, hanno scoperto che il turmerone – una sostanza contenuta nella spezia – è in grado di favorire la proliferazione delle cellule staminali del cervello, in altre parole la nascita di nuove cellule. E, ancora, l’Università della California, nel 2009, ha attribuito alla curcumina il potere di bloccare la proliferazione delle placche di proteine amiloidi, responsabili della demenza senile.

Antiossidante e disintossicante

Nella medicina ayurvedica e in quella cinese la curcuma è considerata un vero e proprio farmaco: la curcumina, infatti, stimola la secrezione della bile, aiutando il fegato a disintossicarsi e favorendo la digestione; è poi dotata di un forte potere antiossidante, previene la formazione dei radicali liberi e neutralizza quelli già esistenti, perciò le donne indiane la utilizzano per preparare maschere di bellezza dall’effetto anti-età, mescolandola con oli vegetali (ad esempio quello di mandorle dolci) e farina di ceci.

La radice di questa spezia ha, invece, una funzione cicatrizzante e nei Paesi orientali viene applicata direttamente sulla pelle per curare abrasioni, scottature, eritemi solari e punture d’insetti.

 

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