Nelle serate invernali non c’è niente di meglio di una minestra fumante per ritemprare il corpo e lo spirito dalle fatiche della giornata. Come quella di riso e scarole della Calabria, un’antica pietanza originaria della zone più interne della regione, dove si coltivano ortaggi e legumi che diventano protagonisti di zuppe sostanziose e nutrienti. Per prepararla, basta sbollentare la scarola in acqua per qualche minuto, insaporirla in un tegame a parte con olio extravergine di oliva, aglio e un pizzico di peperoncino piccante calabrese – che ne bilancia la dolcezza – e poi aggiungere il riso, cuocendo il tutto con l’acqua utilizzata in precedenza per lessare la verdura oppure con brodo vegetale o di carne, per un risultato più gustoso. Per renderla ancora più buona, c’è chi unisce pure qualche acciuga e completa la pietanza con una spolverata di pepe nero – in alternativa al peperoncino – o di pecorino grattugiato.
La minestra calabrese è una ricetta della tradizione contadina, fatta con ingredienti poveri ma ‘ricchi’ di virtù benefiche, che in questo periodo dell’anno aiutano l’organismo a depurarsi dopo i prolungati eccessi delle feste natalizie e lo proteggono da influenze e malanni stagionali. La scarola – la Cichorium endivia latifolium, da non confondere con la endivia crispum o ‘riccia’, che si mangia cruda in insalata –, infatti, è costituita da un’elevatissima quantità d’acqua e racchiude una buona quantità di potassio, un minerale che favorisce l’eliminazione dei liquidi in eccesso; il riso è una fonte di fibre e sali minerali, svolgendo un’azione ‘disintossicante’, mentre il peperoncino, oltre a contenere la capsaicina, una sostanza che facilita la digestione, rafforza il sistema immunitario grazie alla presenza della vitamina C. Un piatto, insomma, che è un autentico – ed economico – toccasana, ideale per una cena leggera e corroborante, da accompagnare con un buon bicchiere di vino rosso.