Caffè e cornetto! E’ la richiesta di 3 su 5 dei 18 milioni di italiani che ogni giorno scelgono il bar per fare colazione. Al secondo posto nelle scelte c’è il cappuccino e poi il tè. Seguono spremute e succhi di frutta, si fa spazio a fatica lo yogurt, che pure è un toccasana per l’organismo. Dunque gli italiani non rinunciano alla colazione, anche se preferiscono il bar alla casa e magari non sempre prodotti genuini.

Young Couple Having a Traditional Italian BreakfastAl bar, però, ci vanno perché non è solo il luogo per il primo pasto della giornata, ma principalmente perché considerano il bar un luogo di socializzazione dove si può chiacchierare di tutto in piena libertà e dunque cominciare al meglio la giornata: aneddoti di lavoro, di vita privata, i siparietti in ufficio con i superiori, i primi amori dei figli, le incomprensioni con il partner e ovviamente il calcio.

E’ quanto emerge dalla ricerca “La Cas@ fuoricasa” presentata dalla Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) in occasione di Host 2013, il Salone internazionale dell’ospitalità professionale, a Milano dal 18 al 23 ottobre.

Ma cosa scegliere se si fa colazione al bar più volte durante la settimana? Innanzitutto, come consigliano i nutrizionisti, bisogna variare. Dunque non tutti i giorni croissant o cornetto, ma alternare con brioche, paste, tranci di torta, biscotti. Così come farebbe bene non bere caffè tutti i giorni ma scegliere anche un cappuccio, un orzo, del buon latte e perché no un tè caldo o una spremuta d’arancia.

A proposito di lieviti e paste, anche qui è bene preferire quelle di pasticceria alle più comuni scongelate che contengono grassi vegetali idrogenati e possono avere effetti infiammatori dello stomaco.

La colazione al bar è così frequente che nel 2012 le consumazioni sono state circa 1,5 miliardi per un giro d’affari di circa 4 miliardi di euro! La Lombardia con i suoi oltre 30mila bar, è la regione italiana che registra il maggior numero di colazioni e consumazioni seguono Veneto, Lazio e Campania.

«La cosa straordinaria” – afferma a tal proposito Lino Stoppani, il presidente del Fipe – “è che, nonostante i tempi difficili, questo settore sta dimostrando comunque una grande vitalità sul piano occupazionale». Sono, infatti, circa 400mila le persone occupate nel settore, per lo più giovani dai 18 ai 44 anni.

 

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