Fagottini di pasta all’uovo che avvolgono un delicato ripieno di ricotta, spinaci (o bietole) e un pizzico di noce moscata: i tortelli ‘di magro’ – chiamati così perché nel ripieno non c’è macinato né prosciutto – sono tra le ricette più apprezzate della cucina italiana, immancabili dei ristoranti dell’intera Penisola. Grazie alla farcitura delicata piacciono proprio a tutti, agli adulti come ai bambini, e sono ideali per un pranzo estivo, perché più leggeri di tortellini e ravioli con la carne; c’è chi ama prepararli con le proprie mani o chi preferisce comprarli già fatti nelle salsamenterie o nei negozi di pasta fresca e condirli con un leggero sughetto di pomodoro fresco e basilico o con il più impegnativo ragù.
Forse non tutti sanno che questa celebre pietanza è originaria di Vigolzone, un piccolo comune in provincia di Piacenza, dove prende il nome di turteil cun la cuà, ‘tortello con la coda’: a differenza di quelli classici, infatti, i piacentini hanno una caratteristica forma intrecciata che nella parte finale termina con una codina; la sfoglia è impastata con una minore quantità di uova – uno ogni due etti di farina anziché ogni 100 grammi – e ha una consistenza più robusta, per accogliere al meglio il tenero ripieno. Tradizionalmente serviti con burro fuso, qualche foglia di salvia e una spolverata di grana padano grattugiato, in autunno sono accompagnati da un sugo prelibato, fatto con i pomodori e i funghi porcini freschi raccolti nei boschi dell’Emilia.
Per assaggiarli, oltre che nelle osterie e nei ristoranti del piacentino, c’è un goloso appuntamento che si tiene ogni anno a fine luglio: la Festa del tortello, dove gustare tante altre prelibatezze locali come i pisarei e fasò della Val d’Arda (gnocchetti col sugo di fagioli) e i rinomati salumi, dalla coppa al salame cotto (lessato in acqua non salata). L’edizione 2015 è in programma dal 24 al 29 luglio nel Campo sportivo comunale di Vigolzone.