La Sicilia è una terra ricca di profumi, sapori, natura. Ma è anche un’isola fatta di arte, storia (tanta), leggende. Come quella di Encelado, fratello di Zeus, grande gigante sepolto, mai sopito, prigioniero dei detriti di un’alta montagna, costruita per raggiungere l’Olimpo. Questa montagna è l’Etna: 3.300 metri di altitudine e una base di circa 45 chilometri di diametro.
Le vere origini di Sua Maestà l’Etna si perdono nella preistoria. Siamo nel periodo del Pleistocene medio-superiore, 700 mila anni fa, quando l’attrito fra due zolle ha generato le prime eruzioni sottomarine di lava basaltica fluidissima e i primordiali coni vulcanici.
Simbolicamente si ritiene che la straordinaria fecondità del territorio derivi dalla simbiosi tra il fuoco di Tifeo e il corpo della ninfa Etna.
Il vulcano, dal 2013 Patrimonio Unesco, è al centro dell’ecosistema dell’omonimo Parco regionale, che si estende per 58 mila ettari nella provincia di Catania. Nonostante la piena attività eruttiva, si tratta di una meta facilmente accessibile e adatta anche ad escursionisti meno esperti, tanto che l’istituzione del “Parco” è stata la risposta ad una necessità di tutela del territorio, negli anni Sessanta-Settanta preso d’assalto dal turismo di massa.
Trekking, sci alpino, sci di fondo, scialpinismo, snowboard: non ci si annoia mai sulle pendici dell’Etna. D’estate come d’inverno. Ecco perché, accompagnati da una guida esperta, abbiamo provato per voi un itinerario affascinante e alla portata di tutti.
Si parte dal parcheggio di Piano Provenzana, a 1.816 metri. La meta è il Piano delle Concazze.
Seguendo il Rift di Nord-est si incontrano i coni eruttivi di passate e recenti eruzioni. Questo “snodo geologico” racchiude una pianura da incanto, verde ed alberata, circondata da rilievi nudi e grigi, quasi verticali ed alti centinaia di metri, che la proteggono dai venti più impetuosi. Ma il meglio, deve ancora venire. Sì, perché l’arrivo al Piano delle Concazze, a quota 2.800 metri, ci proietta in un paesaggio lunare riprodotto sulla Terra. Dopo esserci sentiti come Neil Armstrong, comincia la discesa in direzione Pizzi Deneri, che offre una vista panoramica a 360°, da togliere il fiato. Nelle giornate limpide si scorgono ben distintamente le isole Eolie, la costa di Taormina, di Catania, lo Stromboli e la costa della Calabria.
Terminata la gita, non possiamo esimerci dal brindare alla nostra avventura con un profumato calice di Etna Bianco Doc, lasciandoci trasportare in un viaggio, questa volta olfattivo, di note agrumate di limone e cedro che si intrecciano con i fiori d’arancio e gelsomino, per lasciare al palato un gusto corposo, ma ben sorretto dall’acidità che conferisce alla degustazione una rara freschezza dal finale lungo.