Nessun piatto come gli spaghetti al pomodoro è sinonimo di pasta e soprattutto di cucina italiana nel mondo. Semplici da preparare, economici e genuini coniugano da sempre tradizione e innovazione a tavola. E oggi, il 17 gennaio, questo piatto si celebra in tutto il mondo. Quest’anno, infatti, gli spaghetti al pomodoro e basilico sono il piatto scelto dal GVCI, il Gruppo Virtuale dei Cuochi Italiani, un network di oltre 1200 professionisti italiani, principalmente chef, che lavorano in 70 Paesi del mondo per l’International Day of Italian Cuisines, la Giornata mondiale della cucina italiana.

Cupof coffeeGli spaghetti al pomodoro, afferma Luigi Cremona, è “la ricetta forse più italiana di tutte, una ricetta che deve far pensare. Noi italiani siamo a volte abilissimi nel disperdere il nostro patrimonio, anche quello gastronomico. Abbiamo inventato le ricette che tutto il mondo ci invidia per il sapore, la bontà e il valore salutistico che offrono, poi invece ne sciupiamo il valore con metodi e procedimenti discutibili da tutti i punti di vista”. “Il primo piatto – continua il decano della critica eno-gastronomica italiana – è la cosa che più ci identifica e rappresenta e quindi quello che dobbiamo meglio preservare e difendere. Dobbiamo ritrovare, se l’avessimo perso, l’orgoglio di offrire piatti di spaghetti dove gli spaghetti siano effettivamente il primo ingrediente della ricetta, la componente dominante, e il resto sia come è giusto un accompagnamento, un arricchimento misurato e non invasivo, un condimento che viene naturalmente assorbito dalla pasta e che alla fine della degustazione non rimane a galleggiare tristemente e inutilmente nella scodella”.

Gli spaghetti al pomodoro è un piatto con cui si sono cimentati tutti: cuochi più o meno famosi, chef stellati ma anche tanti appassionati. Hanno provato a reinventarli secondo le indicazioni della cucina molecolare, a prepararli “scomposti”, con pomodori di tutti i tipi, con la pasta integrale piuttosto che con quella gluten free. Ma alla fine si è tornati e si tornerà sempre alla ricetta classica: spaghetti o vermicelli di grano duro, pomodoro San Marzano o pomodorino del Piennolo, olio extravergine di oliva e una foglia di basilico.

Una fonte certa come L’Almanach des gourmands del famoso gastronomo Alexandre-Balthazar-Laurent Grimod de la Reyniere fa risalire il primo piatto di pasta al pomodoro al 1807 in Francia. Ma lì, evidentemente non ebbe successo. Diversamente a Napoli i “vermicielli” con il pomodoro diventarono da subito un piatto popolare, forse – anzi sicuramente – perché si vendevano per strada e anche i più poveri potevano comprarli con 2 o 3 grani (il grano era la moneta equivalente a 8 centesimi). Se le origini di questa ricetta sembra risalgano al 1790, citati dal cuoco Francesco Leonardi nel suo Apicio Moderno, la prima vera ricetta è del 1837 quando Ippolito Cavalcanti, duca di Buonvicino e autore de La Cucina Teorico-Pratica, incluse nel libro la ricetta dei “Vermicelli al pomodoro”.

Il Gruppo virtuale dei giovani cuochi

Fondato nel 2001 da Mario Caramella, attuale presidente, e Rosario Scarpato. Caramella fu tra i primi chef, alla fine degli anni ’80, a introdurre la cucina italiana in Asia dove lavora attualmente come executive chef a Bali (Indonesia). Scarpato, invece, che vive e lavora tra Melbourne e Buenos Aires, è un produttore televisivo e giornalista, Presidente Onorario del GVCI e dirige il sito itchefs-gvci.com.

 

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