Fa parte della famiglia delle graminacee e somiglia al frumento, ma a differenza di questo non contiene glutine. Originario dell’Etiopia e del Sudan, dove viene coltivato da millenni, da qui si diffuse nel resto del continente africano e nel Medio Oriente, a bordo delle navi mercantili indiane.
Se fino a qualche tempo fa in Italia veniva impiegato esclusivamente come foraggio per il bestiame, nel 2013 il sorgo ha ricevuto ‘dignità’ anche da noi, grazie a uno studio dell’Istituto di genetica vegetale di Napoli, che lo ha inserito ufficialmente tra i cereali indicati per l’alimentazione dei celiaci; nella Penisola è coltivato principalmente tra l’Emilia Romagna e le Marche, ma non è ancora arrivato nel circuito della grande distribuzione e si trova esclusivamente nei negozi biologici e in quelli che vendono alimenti gluten free. La granella di sorgo essiccata è costituita per l’80% da fibre, contiene sali minerali (ferro, calcio, potassio) e vitamine del gruppo B, in particolare niacina (vitamina B3), che favorisce la digestione.
In cucina i suoi chicchi, di colore giallo o rosso, dopo essere stati lessati per 30-40 minuti, sono ottimi per rendere più sostanziose zuppe di verdure e legumi, possono essere utilizzati per preparazioni simili ai risotti o per fresche insalate estive, abbinati a pomodori, tonno, uova sode. In Africa sono impiegati anche per il couscous. Dalla farina di sorgo – unita ad altre tipologie come grano saraceno o mais – nascono invece biscotti e prodotti da forno, come il chapati, un pane indiano non lievitato cotto su lastre di ferro roventi.