Friabili fagottini ripieni di verdure o carne, con un gusto particolare conferito loro dalle spezie tipiche dell’Oriente. Sono i samosa, i popolarissimi snack indiani a forma di triangolo o mezzaluna, consumati dalla popolazione locale come antipasto o cibo di strada.
Il web ha reso famoso anche in Italia questo piatto proveniente dell’Asia centro-meridionale, diffuso in una parte del continente africano – quella settentrionale e centro-orientale – e nei Paesi arabi; proprio dall’arabo sanbusak o sanbusaj ha avuto origine il termine samosa, che vuol dire appunto “mezzaluna”.
L’impasto è semplicissimo: è formato, infatti, da una miscela di farina – in Asia utilizzano la “maida”, dalla grana particolarmente sottile –, olio e sale, a cui si aggiunge, poco alla volta, dell’acqua; il composto, lavorato per una decina di minuti, va poi avvolto nella pellicola e lasciato riposare in frigorifero per almeno un’ora. Dall’impasto così preparato si ricavano delle palline, che devono essere stese fino a formare un cerchio del diametro di 15 centimetri circa, da dividere a metà; le due parti del disco, ripiegate a forma di cono e farcite nei più svariati modi, vanno chiuse a fagotto, fritte in abbondante olio di semi e servite calde.
Le varianti indiane
In India i samosa si trovano ovunque, venduti nelle botteghe e dagli ambulanti in strada e serviti su carta di giornale: se deciderete di fare un viaggio in questo Paese misterioso e affascinante, sarà impossibile non assaggiare l’invitante Street Food. Il ripieno tipico dei fagottini indiani è vegetariano e costituito da ingredienti poveri – cipolla, piselli e patate tagliate a cubetti, il tutto cotto a fuoco moderato per un quarto d’ora con l’aggiunta di prezzemolo, succo di limone, zenzero, peperoncino rosso in polvere e peperoncini verdi privati dei semi e tritati. Al già ricco insieme di sapori va poi aggiunto l’ingrediente segreto, che non può mancare nella versione indiana: si tratta del “garam masala”, un mix di cardamomo, cannella, cumino, chiodi di garofano, pepe e noce moscata, macinati e mescolati in parti uguali.
Chi ama la carne può sostituire patate e piselli con macinato di manzo, maiale o pollo, da cuocere in pentola e insaporire con le immancabili spezie.
In Africa
Leggermente diversi da quelli indiani, i samosa – o samoosa – africani si trovano soprattutto nei Paesi del cosiddetto Corno d’Africa, sulla costa centro-orientale del continente. La foodblogger Francesca Rizzo sul suo blog francescainthekitchen riporta una versione proveniente dal Kenya: l’impasto è formato soltanto da acqua e farina, mentre nel ripieno troviamo pesce – la ricetta del luogo è con il red snapper, ma altrove si può scegliere qualsiasi pesce senza spine – verza, porri, salsa di soia e peperoncino.