Quante volte una mamma, magari dopo essersi prodigata e “spremuta” nel preparare una pietanza prelibata, si è trovata di fronte a una bocca irrimediabilmente chiusa, una faccia sfrontatamente girata dall’altra parte?
A partire dall’anno di vita, superato lo svezzamento con i vari consigli pediatrici che, piano piano, si lasciano alle spalle, l’atteggiamento educativo nutrizionale dei genitori diventa spesso troppo permissivo, perché se è vero che la quantità di cibo che un bambino mangia può dipendere da molti fattori (attività motoria, tasso di crescita ecc.), e quindi bisogna affidarsi alla sua capacità di autoregolazione, è altrettanto vero che mamma e papà possono fortemente orientare, sotto il profilo della qualità del cibo, ciò che il piccolo mangia. Con il nostro progetto, che nasce dal confronto tra due mondi – la cucina e la pediatria – solo a una prima impressione lontani, abbiamo voluto offrire la formulazione di un menu equilibrato e gustoso per i bimbi, ma anche per la persona che cucina e mangia con il proprio figlio (cercate di farlo almeno la sera, se non proprio ogni sera, almeno qualcuna alla settimana…). Le ricette sono infatti pensate anche per un palato “adulto”, con piccole variazioni per rendere la preparazione più accattivante (per esempio con l’aggiunta di un pizzico di sale marino integrale ma, raccomandiamo, non oltre!). In questo modo si può anche evitare di realizzare menu diversificati per grandi e piccini, risparmiando tempo e facendo diventare il pasto un momento di piacere e condivisione nella convivialità. E grazie a ciò che offrono ai loro figli, i genitori potranno prestare una maggiore attenzione a ciò che mangiano anche loro. Insomma, la “complicità” dell’interazione andrà a incidere sullo stile alimentare e sulla salute di tutta la famiglia, perché se il piccolo perde l’interesse per il cibo scatena l’ansia della mamma che, a sua volta, conduce a un’ostinata opposizione da parte del bambino, instaurando un circolo vizioso nei confronti di ciò che ha nel piatto.