Gli italiani sono grandi consumatori di rucola. Con il suo sapore leggermente amaro, a volte quasi piccante, quest’erbetta diffusissima nel nostro Paese stuzzica il palato ed è molto apprezzata nelle cucine della Penisola.
Da Nord a Sud, la rughetta è protagonista di preparazioni semplici ma dal carattere deciso. Come la piadina romagnola, in cui è abbinata con il prosciutto crudo, dal gusto altrettanto importante, lo Squacquerone DOP o lo stracchino, due formaggi delicati che conferiscono equilibrio e armonia al celebre street food. Ma in Emilia Romagna, in particolare nelle campagne che circondano Faenza, accompagna anche la polenta tagliata a fette, fritta e spalmata con il cremosissimo Squacquerone.
In Puglia, frullando o pestando al mortaio le foglie con olio extravergine d’oliva, pinoli e Canestrato DOP si ottiene un delizioso pesto impiegato per condire i cavatelli, un formato di pasta tipico della regione. Con il Parmigiano Reggiano o il Grana Padano al posto del Canestrato questa salsa da qualche anno ha conquistato numerosi italiani, che amano utilizzarla non solo sulla pasta, ma anche su tartine e crostini. Nella Capitale la ritroviamo nei mitici “straccetti alla romana”, preparati facendo soffriggere la carne di manzo, tagliata a striscioline sottili, in olio e salvia, poi sfumando il tutto con il vino bianco e aggiungendo la rucola alla fine, immediatamente prima di portare in tavola.
E a Ischia è usata persino come ingrediente principale di un amaro, il “Rucolino” appunto, un elisir venduto in ogni angolo della bella isola partenopea.
Al di là delle tradizioni regionali, la rucola è in grado di dare un “tocco in più” a tanti piatti. Conferisce un leggero piccantino ad un piatto originale come il Risotto con Prosciutto Crudo Snello, salsa di rucola e germogli. Con l’arrivo delle prime giornate calde, poi, è perfetta nelle insalate, abbinata ad alimenti dal sapore meno intenso, per esempio a mozzarella e pomodorini, pere e formaggio dolce, zucchine e gamberetti, al mais e persino al melone o alle mele.
Senza dimenticare la pizza con crudo e scaglie di grana – un vero piatto “nazional popolare” – e il carpaccio di bresaola marinata in olio extravergine, pepe e succo di limone con lamelle di Parmigiano Reggiano, un piatto appetitoso, povero di grassi ma molto nutriente.
L’Eruca vesicaria – ovvero la pianta della rucola – ama il clima mite del Mediterraneo; cresce spontaneamente in qualsiasi tipo di terreno, ma negli ultimi decenni si è sviluppata in tutto in Paese la coltivazione in serra. La semina va da marzo a settembre e la raccolta deve essere effettuata soltanto quindici giorni dopo: la primavera e l’estate rappresentano quindi le stagioni ideali per apprezzarne il sapore così particolare.
Un digestivo naturale
Leggera – 100 grammi di rucola contengono soltanto 30 calorie – e ricca di sali minerali come calcio, magnesio, potassio, ferro e fosforo, la rucola contiene anche vitamina C, che protegge il sistema immunitario, e vitamine del gruppo B (tiamina, niacina, riboflavina e acido pantotenico). Costituisce poi una fonte di beta-carotene, il precursore della vitamina A, dall’azione antiossidante. Ha inoltre un effetto depurativo sull’organismo, favorendo la diuresi e la digestione.
Nell’antichità era ritenuta un vero e proprio “medicinale” dalle proprietà tonificanti e rinvigorenti; il medico greco Dioscoride gli attribuì persino un potere afrodisiaco, mentre Ovidio, nell’Ars Amatoria, la definì eruca salax, ovvero “erba lussuriosa”.