Le orecchiette e i minchiareddhi – una pasta fresca tipica del Salento dalla forma di un maccheroncino allungato – conditi con pomodorini, olive celline e provola piccante, da assaggiare nella Trattoria “La Vecchia Botte” di Ugento (Lecce); le uova en meurette – affogate in una salsina di burro, cipolla e vino rosso – cucinate nel Ristorante “Ora d’aria” di Firenze; il risotto alla milanese con l’ossobuco, storica pietanza meneghina da gustare nella “Taverna del Verziere” di Milano.
Sono alcuni dei “piatti solidali” preparati dagli chef italiani che prendono parte a “Ristoranti contro la fame”, la campagna che fino al prossimo 16 dicembre sostiene l’operato dell’organizzazione umanitaria internazionale Azione contro la fame: assaggiandoli, si potrà contribuire a nutrire i piccoli di Guinea, Niger, Filippine, Siria, Perù e degli altri Paesi dove la fondazione opera da oltre 35 anni. Già promossa con successo in Spagna e Inghilterra, quest’anno l’iniziativa viene lanciata per la prima volta nella nostra Penisola e contemporaneamente in Germania, Stati Uniti e Canada.
“Ancora oggi oltre 3 milioni di bambini sotto i 5 anni muoiono ogni anno per cause legate alla malnutrizione, quando esistono cure salva-vita efficaci e a basso costo”, sottolineano da Azione contro la fame. Cenando o pranzando in uno dei 170 ristoranti italiani aderenti, i clienti potranno aggiungere al conto due euro, che serviranno per fornire un giorno di cure a base di cibo terapeutico ad un bambino malnutrito, oppure scegliere i menu e i piatti solidali creati per l’occasione dagli “Chef ambasciatori”, che hanno deciso di prestare la faccia – e la cucina – per sensibilizzare il grande pubblico sulla necessità di dare il proprio aiuto contro la fame.
Sono trenta i cuochi, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, che hanno aderito alla causa, tra cui nomi di spicco della cucina del Belpaese e volti noti del piccolo schermo. Come Cristina Bowerman, chef del “Glass Restaurant” di Roma – una Stella Michelin e due Forchette del Gambero Rosso –, che ha dedicato all’iniziativa le “Tagliatelle di riso con zafferano, triglia, peperone arrosto e bottarga all’Armagnac”, o Leonardo Vescera de “Il Capriccio” di Vieste, che ha recuperato una delle ricette più antiche della cucina contadina, il pancotto, rendendola un piatto completo con l’aggiunta di verdure e uova. E, ancora Roberto Conti, Executive Chef del prestigioso “Trussardi alla Scala” di Milano, che ha ben compreso l’obiettivo della campagna – “Ristoranti contro la fame ci ricorda quanto ognuno di noi debba essere responsabile nei confronti del prossimo e possa avere un ruolo attivo nell’assicurargli la sopravvivenza. Perché ciò che per noi è un piacere, per molti, come noi, è innanzitutto un bisogno” – e ha scelto come ricetta solidale la spigola arrosto con la ribollita, “un piatto non solo solidale ma anche sostenibile” perché fatto con ingredienti di recupero.
E poi il celebre pasticcere Sal De Riso di Minori (Salerno), Marco Sacco del “Piccolo Lago” di Verbania, (due Stelle Michelin), Tommaso Arrigoni – noto al pubblico televisivo come uno dei tutor del programma di Raidue Detto fatto – ed Eros Picco del Ristorante “Innocenti evasioni” di Milano, Roberto Carcangiu, Presidente dell’Associazione Professionale Cuochi Italiani. L’elenco completo degli chef partecipanti e dei “Ristoranti contro la fame” è disponibile sul sito ufficiale dell’iniziativa.
Nata nel 1979 in Francia, Azione contro la fame è un’organizzazione internazionale – oggi ha sede nel Regno Unito, in Italia, Stati Uniti, Germania, Spagna e Canada – che opera in 47 Paesi in Via di Sviluppo, tra l’Africa, il Sudamerica, l’Asia e il Medio Oriente. La fondazione lavora soprattutto per portare alle persone malnutrite acqua potabile e cibo terapeutico, ma promuove anche progetti nel campo della sicurezza alimentare, fornendo sementi e strumenti per coltivare la terra agli abitanti delle zone più disagiate, affinché possano generare reddito e diventare indipendenti.