Ricciola di mare o LecciaAceto balsamicomelograno

Ricciola marinata in aceto balsamico e impreziosita da “neve” di melograno: dietro questa pietanza di alta cucina si cela un potente alleato contro il decadimento cognitivo e l’Alzheimer. A idearla è stato lo chef pluristellato Heinz Beck, che l’ha presentata a medici e ricercatori riuniti all’Università Cattolica di Roma, venerdì scorso, nel corso del congresso internazionale Approccio non convenzionale alla malattia di Alzheimer: dalla ricerca alla cura, promosso dall’Istituto di Neurologia del policlinico Gemelli e dall’ospedale Fatebenefratelli.

www.gazzettagastronomica.it
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Premiato pochi giorni fa con il nuovo riconoscimento Gusto&Salute del Gambero Rosso, per l’attenzione al benessere che mette nei piatti preparati nel suo ristorante La Pergola dell’Hotel Rome Cavalieri – tre stelle Michelin e cinque forchette del Gambero Rosso –, il cuoco tedesco ha riunito in una sola ricetta tre cibi dal forte potere antiossidante. La protagonista del piatto è stata la ricciola, pregiata varietà di pesce azzurro che abbonda nel Tirreno: dal sapore simile a quello del tonno, è ottima al cartoccio, al forno con patate e pomodorini, alla griglia o all’acqua pazza e racchiude vitamine A e B, fosforo e gli oramai ben noti Omega 3, i grassi buoni che oltre a controllare il livello di trigliceridi nel sangue aiutano anche il corretto funzionamento della memoria. A farle da contorno l’aceto balsamico, ricco di sapore ma povero di calorie – perfetto per condire le insalate, superbo sul Parmigiano Reggiano, la carne e i carpacci – e il melograno (o la melagrana), un frutto indicato nelle diete ipocaloriche e vero toccasana per il sistema immunitario perché contiene vitamine A, C e del gruppo B e sali minerali come potassio e fosforo.

Un altro fattore che ha portato alla scelta dei tre alimenti è il modesto contenuto di rame contenuto in essi. Proprio il cattivo metabolismo di questo minerale, infatti, secondo gli esperti è tra le cause della malattia degenerativa, che nel nostro Paese oggi colpisce circa 800mila persone (dati International Alzheimer’s Disease Physicians Survey). Secondo Rosanna Squitti, ricercatrice del Fatebenefratelli, “Il rame non-ceruloplasminico (detto anche libero o tossico), che nasce da un alterato metabolismo del rame e che il nostro organismo non riesce ad eliminare, in alcune persone predisposte, è un fattore di rischio modificabile per la malattia di Alzheimer. Da uno studio, condotto in collaborazione col Policlinico Gemelli, è emerso come nei soggetti con livelli elevati di rame libero risulti triplicato il rischio di sviluppare malattia di Alzheimer”.

Una dieta corretta diventa, quindi, di fondamentale importanza per prevenire l’insorgere della patologia, unita naturalmente all’eliminazione di altri fattori di rischio modificabili, come inattività fisica, fumo, ipertensione, obesità nella mezza età, diabete. Tra i consigli dati dai ricercatori per l’alimentazione degli anziani, da seguire quotidianamente per mantenere la mente sveglia, non può mancare un’alimentazione ricca di frutta e verdura fresca, in particolare spinaci e altri vegetali a foglia larga, per assicurare all’organismo il giusto apporto di vitamina E, che protegge le membrane cellulari dall’ossidazione; l’assunzione di vitamina B12 – presente nella carne bianca e nel pesce come sgombro e salmone, ma che può essere assimilata anche sottoforma di integratori –, che aiuta a mantenere sane le cellule nervose; la riduzione di grassi saturi – oli vegetali, fritti, burro – e una costante e moderata attività sportiva.

 

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