Una buccia di un bel color rosso carico, una polpa candida e un inaspettato sapore pungente, quasi piccante. Sono le caratteristiche dei ravanelli, piccoli ortaggi di forma tondeggiante che con l’avvicinarsi dell’estate fanno la loro comparsa al mercato e in tavola. La stagione calda è, infatti, il periodo ideale per gustarli.
Crudi, grazie al loro carattere deciso i ravanelli danno un tocco in più alle insalate e sono perfetti nel pinzimonio. Forse non tutti sanno, però, che possono essere utilizzati anche cotti, come ci insegnano gli orientali, dove questa pianta è consumata da tempi lontanissimi – furono i babilonesi a coltivarla per la prima volta, ben 4000 anni fa.
Il ravanello, crudo nella cucina italiana…
Con la lattuga o la scarola, con i cetrioli o il mais, le fave, i fagiolini e persino con la quinoa, i ravanelli sono utilissimi per impreziosire le insalate estive e si abbinano alla perfezione con ingredienti più delicati. Con altre verdure crude, come finocchi, carote e sedano, sono ottimi nel pinzimonio, un fresco e salutare antipasto ideale per le cene estive. Sott’olio e sott’aceto diventano uno sfizioso aperitivo, ma sono gustosi anche conditi semplicemente con un filo d’olio, sale e limone. Pure le foglie possono essere impiegate in cucina, ad esempio per preparare un insolito pesto (con olio extravergine, pinoli, sale e un goccio d’acqua) o nella frittata.
Nel nostro Paese i ravanelli sono coltivati soprattutto in Lazio, Campania, Sardegna, Puglia, Emilia Romagna e Piemonte (qui, in particolare, nasce il “Tabasso di Moncalieri”, dalla forma allungata e dal color rosso con screziature bianche). Le varietà più comuni nella Penisola sono la Cherry Belle e la Saxa (tonde e rosse), la Candela di Ghiaccio (lunga e di colore bianco) e la Candela di Fuoco (lunga e rossa).