Pomodori freschi o pelati, olio extravergine di oliva, aglio, una spolverata di pecorino romano, prezzemolo e, soprattutto, abbondante peperoncino piccante. Dall’unione di questi semplici ingredienti nasce una delle specialità più celebri della cucina della Capitale e del Lazio: il sugo all’arrabbiata. Uno di quei piatti ormai considerati ‘patrimonio nazionale’, immancabili nei ristoranti dell’intera Penisola e in quelli italiani all’estero. Non è difficile immaginare perché viene chiamato così: il suo gusto esplosivo, infatti, scatena un immediato rossore nel viso di chi lo mangia, proprio come quando si prende una bella arrabbiatura! L’ideale perciò è accompagnarlo con un buon bicchiere di vino rosso, scegliendone uno armonico e non troppo corposo che sappia ‘ammorbidirne’ il sapore, come il Montepulciano d’Abruzzo o il Trebbiano di Romagna.
L’abbinamento più famoso dell’arrabbiata è con le penne, che devono essere rigorosamente rigate per ‘abbracciare’ al meglio il condimento, ma sono molto diffuse pure le versioni con la pasta lunga, come bucatini o spaghetti. E c’è anche chi utilizza questo sugo sulla focaccia oppure per cuocere il pollo o la carne rossa, per una variante ‘forte’ della pizzaiola.