Il 25 e 26 gennaio a Gragnano il Consorzio Città della Pasta ha organizzato una grande festa per celebrare l’ottenimento del riconoscimento della pasta come prodotto IGP. È un’occasione per visitare quella che oggi è riconosciuta all’unanimità come la capitale mondiale della pasta. Siamo nel Parco Nazionale dei Monti Lattari, in provincia di Napoli, a pochi chilometri dalla Costiera Sorrentina ma anche da quella Amalfitana e ancora da Castellammare di Stabia, Pompei, Vico Equense e Agerola, famosa per il pregiatissimo Fior di latte.
Gragnano, dunque, è la meta ideale per un week end del gusto. E se la festa della pasta organizzata per celebrare il riconoscimento IGP può essere il pretesto, sono tanti i motivi per andarci. Innanzitutto per una visita ad uno degli storici pastifici (su appuntamento) come Afeltra, Di Martino, Gentile, D’Apuzzo, Faella o la Fabbrica della Pasta di Gragnano, per citarne alcuni. Qui, come alla fine del XVII secolo, la pasta viene prodotta ancora con l’antico metodo della trafila a bronzo e l’asciugatura naturale. È proprio verso la fine del XVII secolo che si verifica il passaggio dalla produzione artigiana, che avveniva in botteghe legate ai mulini dove si lavorava il grano (ancora oggi visibili), agli opifici che si resero necessari con il crescente successo e la conseguente richiesta della pasta. In quel periodo si passò dalla lavorazione a mano a quella con torchi a vite di legno e martore, più grandi, ma soprattutto furono costruiti locali di grandi dimensioni, indispensabili per l’asciugatura di cospicue quantità di prodotto all’interno e non più solo all’aria aperta, come era avvenuto fino ad allora. Oltre ai pastifici una tappa obbligata è alla Valle dei mulini, dove è iniziato tutto. È qui, infatti, che i mugnai gragnanesi per secoli hanno trasformato il grano in farina. Il resto lo fanno da sempre l’aria e l’acqua di questo territorio che si è rivelato essere la culla ideale per la nascita della pasta moderna. Se il grano prodotto dai mugnai gragnanesi era considerato di qualità il vero segreto della produzione della pasta era l’acqua, innanzitutto, ma soprattutto l’aria, o meglio la posizione geografica che facilitava l’essicazione della pasta.
“Arriva finalmente la conferma da parte della Commissione Europea del raggiungimento di un grande traguardo per il Consorzio Gragnano Città della Pasta e della città intera, che vede la Pasta di Gragnano entrare nella lista dei giacimenti gastronomici italiani da tutelare” – afferma Giuseppe di Martino, Presidente Consorzio Gragnano Città della Pasta. “Iscritta a livello europeo nel registro delle Denominazioni di Origine Protette e delle Indicazioni Geografiche Protette, la protagonista della tavola italiana porta le eccellenze italiane certificate a quota 254”. Il 25 gennaio a Gragnano arriveranno giornalisti stranieri e italiani, professionisti del settore, operatori di mercato per discutere e confrontarsi sulle iniziative per promuovere il consumo di pasta di Gragnano nel mondo. L’evento, denominato “Pasta e Basta”, prenderà il via a partire dalle ore 10.00 presso la Chiesa del Corpus Domini da dove si sposterà alle 19 in Piazza Marconi, per uno showcooking tutto dedicato alla pasta. “La storia e la produzione della Pasta hanno disegnato il territorio della città di Gragnano, scrigno che custodisce da oltre cinque secoli il prezioso tesoro della conoscenza di saper fare ottima pasta. La ricerca assoluta della qualità ha attraversato nei secoli le strade della nostra città, luogo incontaminato a ridosso di una verdeggiante Valle, a cavallo fra la Penisola Sorrentina e la Costiera Amalfitana, da sempre crocevia di appassionati cultori del gusto e culla della più grande espressione della cucina italiana”. Il Consorzio Gragnano Città della Pasta, costituitosi nel 2003, dopo aver attraversato momenti difficili alternati ad esaltanti successi, oggi dimostra di essere il modello vincente che ha permesso la diffusione di quest’eccellenza gastronomica, sempre più apprezzata ed amata dai più grandi chef e consumatori buongustai in ogni dove. “Questo riconoscimento – conclude Di Martino – è teso alla tutela del consumatore, è un ulteriore suggello che garantirà l’assoluta autenticità della provenienza e del metodo unico di lavorazione della Pasta di Gragnano IGP. Ruggente motore dell’economia del territorio, quest’ultima porta con sé un bagaglio di cultura gastronomica e stile di vita che unisce nel piatto le produzioni di eccellenza italiane”.
Recandosi a Gragnano è d’obbligo una vista alla Chiesa e al Monastero di S. Nicola dei Miri, dove soggiornava spesso la regina Sancia di Maiorca moglie di Carlo D’Angiò, o i resti del Castello, l’originaria fortificazione che rappresentava un avanposto importante per la Repubblica Marinara di Amalfi. Non si può andar via da Gragnano, infine, senza aver assaggiato il panuozzo, una lungo panino ripieno realizzato con pasta di pizza e cotto in forno a legna: una vera e propria prelibatezza accompagnato da un bicchiere di vino locale. Già prodotto all’epoca dei romani e decantato da Monsignor Molinari, Vescovo di Lettere del XVII secolo che diceva : “Vivere vis sanus gragnani pacula bibe”, cioè “Se vuoi vivere sano, bevi bicchieri (di vino) di Gragnano”.