“Lasciate fondere il burro in un tegame, unite la cipolla tagliata finemente, poi aggiungete il riso e fatelo tostare, bagnatelo con il vino bianco e infine con il brodo, mescolando in continuazione…”.
Avrete sicuramente riconosciuto, in questi pochi ma fondamentali passaggi, il procedimento di base per un ottimo risotto, tra i primi piatti simbolo della cucina italiana. Se si sostituisce l’orzo al riso si ottiene l’orzotto. Non è un gioco di parole ma una nuova pietanza che sta conquistando un numero crescente di appassionati e kitchen addicted pronti a sperimentare ricette inedite e, ovviamente, i foodblogger, che ne stanno facendo il nuovo fenomeno del web, postando procedimento e consigli su blog e portali di cucina.
Va cucinato proprio come il “fratello maggiore”, facendo insaporire aglio o cipolla in una pentola con il condimento (olio extravergine d’oliva o burro, a seconda dei gusti), tostando l’orzo per qualche minuto, sfumando con il vino e proseguendo la cottura con del brodo caldo; dopo 20-25 minuti al massimo l’orzotto sarà pronto e potrà essere mantecato con burro e Parmigiano Reggiano grattugiato oppure, per un risultato più leggero, servito semplicemente con una spolverata di prezzemolo tritato o del pepe nero macinato.
Per l’orzotto è preferibile scegliere l’orzo perlato – sottoposto a un processo di raffinazione durante il quale viene eliminata la parte più esterna –, che cuoce in tempi brevi e non necessita di ammollo; sia quello integrale che decorticato (detto anche “mondo”), ovvero raffinato solo parzialmente, richiedono invece un ammollo di 10-12 ore e soprattutto una cottura di almeno 45 minuti e non si prestano quindi alla realizzazione di questo piatto, ma dopo essere stati lessati possono essere impiegati per arricchire zuppe, insalate miste, verdure saltate e polpette vegetariane.