Concedersi questo piccolo e goloso sfizio è come “assaggiare” un pezzo di Valtellina, con i suoi sapori genuini e avvolgenti legati al mondo contadino, ai pascoli d’alta quota, alla natura incorrotta.
Negli sciatt – croccanti frittelle ripiene di un morbido cuore di formaggio – sono racchiusi gli ingredienti più caratteristici di questa terra: il grano saraceno, che ritroviamo nei famosi pizzoccheri, qui coltivato sin dal 1300; l’acqua minerale che sgorga dalle sorgenti di montagna, indispensabile per dare alla pastella la giusta consistenza e favorirne la fermentazione; la grappa, che aggiunta all’impasto gli dona una nota forte e singolare. E poi il Casera DOP, un formaggio d’alpeggio dal gusto dolce e dall’aroma che si intensifica con l’aumentare della stagionatura, protagonista anche di un altro noto piatto locale, la polenta taragna; quello adatto alla preparazione degli sciatt è il “giovane”, più delicato e morbido, che durante la frittura si scioglie, rendendoli davvero golosi.
Originari di Teglio, in provincia di Sondrio, negli anni gli sciatt sono diventati una specialità dell’intera valle: in passato rappresentavano l’energica colazione degli abitanti delle comunità montane, che li mangiavano al mattino accompagnandoli con un bicchiere di latte, oppure a merenda; oggi, invece, le osterie e i ristorantini dei borghi valtellinesi li servono come antipasto, su un letto di cicoria selvatica condita con olio d’oliva, sale e aceto, insieme ai salumi tipici – la slinzega bovina, dalle origini antichissime, e naturalmente la Bresaola IGP – e a un bicchiere di vino, scegliendo tra gli eccellenti rossi che nascono nei vigneti della zona, dal Valtellina Superiore al Sassella, al Grumello.
Fuori dal territorio incontaminato della valle, e precisamente nella metropoli milanese, c’è un locale dove è possibile acquistarli e mangiarli come cibo di strada: si chiama Sciatt à porter e serve le piccole frittelle nel caratteristico cono di carta, da tenere comodamente in mano mentre si passeggia per le vie del centro.
Una curiosità sul nome: nel dialetto valtellinese sciatt significa “rospo”, un nome decisamente poco invitante che allude alla forma tondeggiante della frittellina e non rende di certo giustizia alla sua bontà.