Con ben quattro DOP, il Lazio è una delle grandi terre dell’olio italiano. Per promuovere questa sua peculiarità e far conoscere il proprio olio, la Regione in collaborazione con Unioncamere e Arsial (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio) sta promuovendo il progetto “Lazio Terre dell’Olio”. Il pretesto di assaggiare gli extravergini laziali, che rappresentano uno dei segreti della cucina regionale, può essere l’occasione di concedersi un week-end del gusto in uno dei luoghi dove si coltivano e si producono le DOP: il territorio farnesiano con le incantevoli stradine medievali e la Sabina reatina e romana, con le costruzioni medievali arroccate sulle colline. E poi le città di Cisterna di Latina, famosa come la “patria dei butteri”, i mandriani a cavallo che nel XIX secolo pascolavano le greggi tra la Maremma e la campagna laziale, e di Tarquinia, fondata dagli etruschi. È in queste località poco frequentate e lontane dal turismo di massa che nascono il Canino, il Colline Pontine, il Sabina e il Tuscia, i quattro extravergini della regione, vanto della gastronomia laziale e dell’intera Penisola.
Come gli altri oli italiani, l’extravergine laziale è l’alimento cardine della gastronomia della Capitale. Indispensabile a “ripassare” le famose puntarelle o la cicoria. Fondamentale nella preparazione della pizza alla romana; immancabile nei classici primi della tradizione o nella preparazione dell’abbacchio. Più di qualcuno sostiene che sia l’olio il vero segreto della cucina romana! Un fine settimana alla scoperta di questi territori significa anche conoscere il lavoro delle piccole realtà locali che lo producono – aziende agricole, agriturismi – e i luoghi affascinanti in cui nasce.