L’incantu. È così che gli abitanti di Marinella di Selinunte, nel trapanese, chiamano lo “spettacolo” che ogni mattina va in scena nel mercato ittico di Piazza Empedocle. Nella piccola struttura, fondata oltre sessant’anni fa e oggi gestita da una cooperativa di 52 pescatori della zona, la Selinunte Pesca, a partire dalle 8 si tiene l’asta del pesce, non una semplice vendita dei frutti del mare, ma un vero e proprio teatro in cui gli attori principali sono i suoni, i colori, il calore della Sicilia. Un appuntamento da non perdere per coloro che hanno scelto la storica località della Magna Grecia come meta delle proprie vacanze estive.
Sui banchi del mercato troneggiano cassette colme di mazzancolle, saraghi e altre varietà, tutte freschissime, raccolte dalle reti che i pescatori calano nel tardo pomeriggio, a bordo delle loro barche, e ritirano alle prime ore del giorno, quando è ancora buio. Il pesce non viene pesato, ma posto su un piatto metallico rettangolare per essere ben visibile ai possibili acquirenti; poi il banditore – il 37enne Giovanni Salvo, vicepresidente della cooperativa – fissa la base d’asta e cominciano le offerte al ribasso, ma in alcuni casi il prezzo può anche aumentare di molto. Colui che riesce ad aggiudicarsi il prelibato bottino riceve pure un regalo, il cosiddetto “pizzichello”, ovvero un murice, un’occhiata o un altro pesce particolare, scelto da Giacomo Barraco, il pescatore più anziano di Marinella (86 anni), che conosce alla perfezione tutte le specie e i segreti del mare di Selinunte.
Questo rito, condito da ingredienti essenziali come i proverbi e la gestualità tipica dei siciliani, si svolge in maniera solo apparentemente caotica e a una velocità sorprendente: di solito il pesce termina in poco meno di un’ora e gli acquirenti, soddisfatti, portano a casa un gustoso pezzo di Mediterraneo. E dopo il mercato tutti a casa a cucinare una specialità con il pesce appena comprato, prendendo spunto dalla ricchissima tradizione della zona e preparando, ad esempio, il pane cunzato (condito con olio, sale, pepe e acciughe), semplicissima e antica merenda dei pescatori, o la più impegnativa “ghiotta marinara” (zuppa di pesce).