Saranno ben 42 i legumi protagonisti di Leguminosa, il progetto ideato da Slow Food Campania per valorizzare e promuovere l’immenso patrimonio leguminoso come alternativa alla imperante alimentazione a base di carni. Al mercato che sarà allestito nella Galleria Umberto I, uno degli eventi della tre giorni napoletana tutta dedicata ai legumi, si troverà il cece rosa e quello famoso di Cicerale, la cicerchia del Cilento e quella di Serra dei Conti. E poi ben 25 varietà di fagioli. Il pregiatissimo Dente di morto e quello di Controne, il fagiolo di Norcia e il classico cannellino, il “rosso” di Lucca e il fagiolo malato o di San Giuseppe. E ancora il pisello selvatico, il lupino gigante, la Roveya di Civita di Cascia e le lenticchie di Villalba e Rascino.
Organizzato dall’Associazione Slow Food Campania l’evento è il primo in Italia interamente dedicato ai legumi. “In questi ultimi decenni i cambiamenti climatici, le catastrofi naturali, le scelte della società (spinta all’urbanizzazione, trasferimento di tecnologie)” – affermano da Slow Food Campania – “nonché le preferenze dei consumatori e dei produttori (specializzazione colturale, sostituzione degli impianti agricoli tradizionali) hanno provocato una notevole riduzione della diversità naturale e della sua espressione genetica”.
In programma dal 7 al 9 marzo nel capoluogo campano, Leguminosa prevede diverse attività rivolte ai consumatori ma anche agli operatori del settore: innanzitutto il mercato con 40 “bancarelle”, 2 convegni tematici, 4 percorsi didattici per bambini e famiglie, 4 laboratori del gusto, 3 laboratori della Terra e 5 teatri del gusto con affermati chef del panorama regionale e nazionale. L’evento è realizzato in collaborazione con il Centro Studi internazionale di Slow Food e il contributo anche operativo della Regione Campania, del Comune di Napoli, dell’ANCI Campania e del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Lo scopo principale è, come sostengono gli organizzatori, aiutare a comprendere e approfondire il legame che c’è tra consumatore, territorio, agricoltura e ambiente. “Un modo nuovo per avvicinare al consumo dei legumi e dunque ad una nuova fruizione anche del nostro territorio”.
“Il motore dell’idea progettuale” – afferma Antonio Puzzi di Slow Food Campania – “è l’ideazione di un percorso partecipato ed integrato di valorizzazione di risorse locali, che possa essere nello stesso tempo prospettiva di sviluppo locale e di crescita civile globale, anche nel senso di una nuova logica di fruizione turistica di un patrimonio di interesse collettivo”. Tra gli obiettivi di Leguminosa si può dunque ascrivere quello di proporre una nuova formula turistica, centrata sulla convivialità e sull’accoglienza in uno spazio a misura d’uomo, che sintetizzi tre elementi specifici:
– promuovere prodotti di territorio e percorsi culturali-ambientali, che favoriscano l’idea di una manifestazione come esperienza di crescita e conoscenza;
– educare giovani e adulti alla cultura del “consumo” consapevole e responsabile;
– tutelare realtà, beni comuni, che rischiamo di perdersi, quindi preservare e promuovere specie ed ecotipi di legumi che costituiscono dei giacimenti di biodiversità inalienabili.
Tutto l’evento ruoterà attorno al tema della biodiversità italiana e internazionale dei legumi. “Proteggere la biodiversità è sempre più un imperativo di spessore internazionale” – affermano i vertici di Slow food Campania – “essa è, infatti, il risultato di lunghi processi evolutivi che da oltre tre miliardi di anni permettono alla vita di adattarsi al variare delle condizioni sulla terra e costituisce il serbatoio da cui attinge l’evoluzione stessa per attuare tutte le modificazioni genetiche e morfologiche che originano nuove specie viventi”.