Non sono un vero e proprio street food eppure nel periodo pasquale in molte città del Mezzogiorno ma anche di altri Paesi del Mediterraneo, non è difficile incrociare per strada persone che le mangiano crude passeggiando, magari assieme a qualche pezzetto di pane. A Napoli e nei paesi vesuviani in questo periodo ci sono venditori di fave lungo le strade un po’ ovunque. Una tradizione che affonda le radici nella società contadina quando venivano vendute assieme ad altri prodotti dell’orto come finocchi, piselli e carciofi con piccoli carretti nelle città. Aggiunte alle insalate le rendono saporite ma si sposano bene anche con i formaggi come per esempio il pecorino, abbinamento molto amato a Roma e nel centro Italia, o insieme al salame o la pancetta. Possono rappresentare anche un saporito contorno per esempio stufate in un soffritto di cipolla e prosciutto. Si conservano essiccate e così possono essere utilizzate durante tutto l’anno. Da esse si ricava la farina di fave, molto diffusa in tempi di guerra come sostituto di quella di grano.
Con le fave secche, private del tugumento, bollite o cucinate a vapore, si possono preparare pasti leggeri e pieni di nutrienti, come ad esempio deliziosi purè, da accompagnare a verdure di stagione. A Roma è ancora molto diffuso il detto: “chi apre un bacello e vi trova dentro sette fratelli avrà un lungo periodo di felicità”. A differenza di altri legumi oggi sono consumate, crude o cotte, prevalentemente nel periodo primaverile. Nel primo caso, in diverse città d’Italia, si accompagnano a torte e pizze rustiche, per esempio con il tortano o altre torte pasquali come il casatiello. Ottime con la pasta, il modo di prepararle più diffuso è a zuppa che a seconda delle tradizioni regionali è cucinata con altri legumi, con gli ortaggi, con la polenta o le salsicce. Se la zuppa più famosa è la vignarola romana in cui vengono cucinate con piselli e carciofi, non lo è da meno quella con la cicoria, tipico della provincia di Bari o restando sempre in puglia con il baccalà. A Modica invece, si preparano i “i lolli che fave”, una tipica minestra, molto semplice da preparare con limone, olio e cipolle.
Coltivate in Italia soprattutto nel Mezzogiorno e nelle isole, le fave di Leonforte in Sicilia e Carpino in Puglia sono ritenute tra le migliori della penisola. Vengono raccolte in primavera, durante gli altri mesi dell’anno sono reperibili in commercio sotto forma di legume secco. Ne esistono numerose varietà, distinte principalmente in base alle dimensioni del seme. La vicia faba maior, dai baccelli lunghi con semi grandi e schiacciati, è la varietà più conosciuta e consumata. La favetta ed il favino, invece, sono utilizzate come foraggio per l’alimentazione animale. Come tutti i legumi, le fave sono molto consigliate nella dieta alimentare, perché contengono preziosi amminoacidi e per la presenza notevole di fibre alimentari che favoriscono l’attività degli intestini pigri e la depurazione del corpo attraverso l’eliminazione di tossine. Le fave sono anche ricche di minerali, in primis ferro, proprio per questo sono consigliate in caso di anemia, ma anche di potassio, magnesio, calcio, fosforo e selenio. Sono indicate per contrastare infezioni all’apparato urinario e per chi soffre di calcolosi.
Una curiosità
Le fave già note nel 3000 a.c. nel corso dei secoli sono state protagoniste di credenze alquanto bizzarre. Presso i Greci erano considerate impure, addirittura il cibo dei morti, ragion per cui Pitagora vietava categoricamente ai suoi discepoli non solo di mangiarle ma anche di avvicinarvisi. Da qui è divenuto usuale preparare per il 2 novembre, giorno dedicato ai defunti, piatti tradizionali a base di fave, come il Maccù di fave, un piatto tipico ragusano.
La ricetta del Maccù di fave
La ricetta del Maccù di fave
Ingredienti per 6 persone
500 gr di fave secche (da ammollare in acqua fredda per almeno 10 ore)
olio d’oliva
sale e pepe
sedano
cipolla
aglio
semi di finocchietto
Preparazione
Dopo aver lavato le fave già ammorbidite, preparare un soffritto con olio, cipolla e pezzetti di sedano, successivamente aggiungere i semi di finocchietto e l’aglio. Versare le fave e ricoprire di acqua calda. Lasciar cuocere fino a quando si otterrà una crema. Si può usare come condimento per la pasta o come minestra accompagnata da crostini di pane. Aggiungere sempre un filo d’olio d’oliva crudo prima di servire.