“U pisci ‘ddo mari, è natu ‘ppi ‘ccu si l’ha mangiari”. “O puppu, o puppu”. “E ranchi”. “U niuru da siccia”. Sono le voci inconfondibili, ma anche poco comprensibili, della Piscarìa, il mercato del pesce di Catania, uno dei più antichi del mondo, che si svolge quotidianamente nel cuore settecentesco della città.
Anticamente si svolgeva fuori le mura, a ridosso del porto; la Piscarìa occupa la sua attuale sede dall’inizio del XIX secolo, quando nel 1814, anche per la presenza della Fontana dell’Amenano, il fiume sotterraneo che sgorga nel sottosuolo, scavando nelle mura cinquecentesche venne creata una galleria con i banchi per il pesce.
Dominato dalla scritta W S.Agata, in onore della Santa Patrona della Città, che campeggia su diversi muri dei palazzi che circoscrivono le piazza principale, è caratterizzato oltre che dal luogo dove si svolge, dalla vivacità dei mercanti, dai colori dei prodotti che vi si trovano, dalla “vuciata”, l’insieme di espressioni utilizzate dai venditori per promuovere i loro prodotti che si intrecciano continuamente per tutta la mattinata. Una consuetudine ereditata dalla dominazione araba che mista ai colori, al caos di persone che si muovono tra i banchi, tra acquirenti, turisti ma anche curiosi, fa sembrare la Piscarìa più un suq islamico che un mercato del pesce.
Sui banchi del mercato, che oggi è divenuto una delle principali attrazioni turistiche della città, si trovano tutti i prodotti ittici tipici del Mediterraneo meridionale: spigole, triglie, alici, sarde e sardine, seppie e calamari, tonni e tonnarelli, lo sciabola e poi gamberi, astici e aragoste, i granchi, i ricci e l’immancabile pesce spada.
Oggi il mercato si è esteso alle piazze Alonzo di Benedetto, Pardo fino agli archi della Marina, sua via Dusmet, tra il Duomo e il palazzo dei Clerici e vi si trova anche frutta e verdura, frutta secca, carne e formaggi. Molto caratteristici anche i banchi dei “macellai”, dei salumieri con i formaggi tipici e quelli di frutta e verdura che, forse solo qui, si vendono rigorosamente in “cestini”.
Immancabile una sosta all’Antica Osteria Marina (http://www.anticamarina.it/) dov’è
possibile gustare tante specialità della cucina catanese e più in generale siciliana, come la pasta con le sarde, spaghetti al nero di seppia, sarde e baccafico ma soprattutto gli spaghetti con i ricci, veramente deliziosi.
Catania è anche una delle due capitali di altre tre specialità siciliane: le arancine, il cannolo e d’estate la granita di limone e di gelsi, consumate, eventualmente, nella brioche. Così come, recandosi in città, non si può fare a meno di una passeggiata per via Etnea o per la antichissima via dei Crociferi e di un salto alla Fera ‘o Luni, l’altro importante mercato, che si svolge in piazza Carlo Alberto. Difficile racchiudere in poche righe la storia, le bellezze e le tradizioni di questa Città che valgono una visita, così come consigliare uno o l’altro itinerario.