È il frutto estivo più amato dagli italiani: la pesca piace per il buon profumo, perché è bella da guardare e piacevole da toccare (Fonte: Istea – Istituto di ecofisiologia delle piante arboree da frutto). Ha, insomma, un impatto positivo su olfatto, vista e tatto.
Ma, naturalmente, quello che la fa apprezzare di più rimane il gusto dolce e delicato, che la rende molto versatile in cucina. Disponibile al mercato da giugno a settembre, la pesca è ideale a fine pasto, da sola o nella macedonia, come spuntino leggero a metà mattina o pomeriggio, ma viene impiegata sempre più spesso pure in versione ‘salata’, per realizzare sfiziosi antipasti e secondi diversi dal solito. Tra questi troviamo le insalate di frutta, un piatto ‘di tendenza’ in cui viene abbinata con ingredienti più saporiti, come rucola o radicchio, scaglie di grana o ricotta salata, speck o prosciutto crudo a listarelle. Utilizzata di frequente per la versione rivisitata del classico ‘prosciutto e melone’, l’antipasto estivo per eccellenza, è buonissima con i gamberetti leggermente scottati, con il pesce spada alla griglia o il salmone affumicato, tre idee per un secondo piatto light e raffinato.
Per il dessert c’è l’imbarazzo della scelta: la pesca è indicata per preparare marmellate – da spalmare su una fetta di pane per la colazione e la merenda dei bambini –, crostate e tarte tatin, è particolarmente golosa tagliata a metà e farcita con il gelato alla vaniglia oppure caramellata (spolverizzata di zucchero e passata in padella per qualche minuto). Da provare infine due autentiche prelibatezze: la Pesca Melba (cotta nello sciroppo di zucchero e servita con gelato e panna montata), una ricetta inventata nel XIX secolo dal cuoco francese Georges Auguste Escoffier, e le pesche ripiene alla piemontese, farcite con amaretti, uova, zucchero, cacao, cioccolato fondente e passate in forno.
Il nostro Paese in questa stagione ci regala diverse tipologie del prelibato frutto, che si differenziano per sapore e caratteristiche: quella gialla, dalla polpa compatta e croccante; la bianca, più tenera e delicata; la nettarina o pesca noce, dal gusto dolcissimo; la tabacchiera, dall’insolita forma schiacciata. Tra le varietà locali troviamo la percoca – dal latino praecŏquis, (frutto) precoce – napoletana, una pesca gialla che nel capoluogo campano viene consumata tradizionalmente ‘affogata’ nel vino rosso durante cene e pranzi estivi; la merendella calabrese di colore bianco-verde, che nasce dall’incrocio tra il pesco e il melo; la Nettarina di Romagna IGP (sia a polpa gialla che bianca), molto succosa; le siciliane Pescabivona e Pesca tardiva di Leonforte, entrambe a marchio IGP – la prima, prodotta nell’agrigentino, ha un gusto aromatico; la seconda, coltivata nella provincia di Enna, è nota anche come ‘pesca nel sacchetto’ ed è Presidio Slow Food (sull’albero, quando è ancora verde, viene infatti chiusa in un sacchetto di carta pergamenata che la protegge da parassiti e maltempo senza necessità di pesticidi).
Il frutto dell’immortalità dall’effetto rinfrescante
Il frutto dell’immortalità dall’effetto rinfrescante
Originaria della Cina, dove viene coltivata da millenni, in Oriente la pesca è tuttora associata all’immortalità: Shou Xing, il dio cinese della longevità, viene raffigurato come un anziano che in mano regge una pesca dorata, un frutto che secondo una leggenda matura ogni tremila anni.
In Italia la pesca arrivò nel I secolo a.C., importata dai persiani, e prese il nome di Prunus Persica, “prugna della Persia”. Nell’antichità non veniva consumata come alimento, ma esclusivamente come farmaco: il nocciolo – che contiene amigdalina, una sostanza che rilascia l’acido cianidrico, altamente velenoso – era utilizzato per curare mal di testa e disturbi della digestione, mentre dalle foglie dell’albero si ricavava un infuso che abbassava la febbre.
Oggi è considerata una vera fonte di benessere: composta per il 90% da acqua, è rinfrescante e diuretica; racchiude inoltre un buon contenuto di potassio, perciò in estate, quando i sali minerali si perdono con il sudore, svolge un’azione rimineralizzante e combatte la stanchezza causata dalle alte temperature. È poi ricca di vitamina C – una pesca di medie dimensioni copre il 10% del fabbisogno giornaliero di acido ascorbico – e, in quantità minori, di vitamina A, che stimola la produzione di melanina e in questo periodo è ottima per favorire l’abbronzatura.
Sulle pelli più delicate ha un effetto lenitivo ed è utilizzata spesso per preparare maschere di bellezza fai-da-te, frullata e mescolata con yogurt o miele.