I peperoni, saporiti e carnosi, sono quanto di più buono la natura ci regala nei mesi caldi; uniti ai pomodori lasciati maturare al sole, a uno spicchio d’aglio, a una cipolla affettata e a dell’ottimo olio extravergine di oliva danno origine a un vero capolavoro della tavola dell’estate: la peperonata.
Diffusissima tra Calabria, Puglia, Campania e Sicilia, le regioni dove si concentra la produzione di questi ortaggi in Italia, la profumata specialità in realtà fa parte della tradizione di gran parte della Penisola: la ritroviamo anche in Piemonte – qui nascono i rinomati peperoni di Carmagnola –, Veneto, Abruzzo, Umbria ed Emilia. Va gustata tiepida o fredda, mai calda, anzi, l’ideale è prepararla il giorno prima di servirla così diventerà più corposa.
Ristoranti e trattorie la servono solitamente come antipasto, insieme a salumi misti e ortaggi grigliati, oppure sul pane bruscato o i crostini, per una versione golosa della bruschetta. Come contorno del pollo al forno, degli straccetti, o ancora di hamburger e polpette diventa una pietanza completa – non dimentichiamo che i peperoni sono piuttosto ‘impegnativi’ –, perfetta come piatto unico. Da provare pure l’abbinamento con il pesce, da quello importante con il baccalà – cotto in un tegame coperto con olio, pomodoro e cipolla – ai più leggeri con salmone o pesce spada alla griglia. In molti la utilizzano infine come condimento per la pasta, meglio se corta, facendo insaporire bene penne, mezzemaniche o rigatoni nel sugo e poi lasciando riposare il tutto in frigorifero per qualche ora.
La peperonata ha un solo difetto: a coloro che hanno lo stomaco più sensibile, come dicono a Roma, ‘si ripropone’. Per ovviare a questo inconveniente senza rinunciare a mangiarla è consigliabile scegliere i peperoni rossi o arancioni, più dolci e digeribili, e puntare sulle cipolle rosse di Tropea, famose per il loro carattere gentile.