I cachi devono essere veramente un frutto speciale, così come l’albero che li produce, sopravvissuto miracolosamente ai bombardamenti atomici del 1945 su Nagasaki, in Giappone, e da allora considerato l’Albero della Pace.

anteprima cachiFrutto tipico della stagione autunnale, il loro colore sgargiante porta subito allegria in tavola! Soffici o più duretti, sono davvero gustosi e poi grazie alle notevoli proprietà nutrizionali e ai benefici per l’organismo che ne conseguono, rappresentano il modo migliore per affrontare l’autunno. I motivi? Sono ricchi dibeta-carotene (come gli altri alimenti del medesimo colore) un prezioso antiossidante, precursore della vitamina A, che apporta benefici al sistema immunitario e quindi ci protegge dai virus influenzali. In più contengono vitamina C, particolarmente utile per combattere le malattie da raffreddamento tipiche dei cambi di stagione. Sono, inoltre, una buona fonte di sali minerali: sodio, calcio, magnesio, fosforo, ma in primis di potassio che fa del cachi un alimento diuretico e depurativo. In più, le fibre rendono il frutto un ottimo rimedio naturale contro la stitichezza.

Chiamato dai cinesi “Mela d’Oriente”, per le sue origini orientali, il cachi successivamente fu sempre più apprezzato, per le sue tante proprietà nutrizionali e benefiche, tanto da essere ribattezzato Pane degli dei. Ma, sempre in Cina, è definito anche “l’Albero delle sette virtù”: sette caratteristiche che rendono l’albero di cachi davvero pregiato. Quali? È longevo; protegge con la sua grande ombra; è generoso, perché consente agli uccelli di trovare riparo sicuro fra i suoi rami; non ha bisogno di molte cure, perché non è attaccato dai parassiti; è un albero molto decorativo; il legno è ottimo per preparare il fuoco; le foglie cadute sono un efficace nutrimento per la terra.

Dalla Cina passando per il Giappone, giunse in Europa verso la fine del ‘700. Solo nel 1871 fu impiantato il primo albero di cachi in Italia nel giardino di Boboli a Firenze. Data la loro bellezza e facilità nella coltivazione, vennero utilizzati ben presto in molti giardini e parchi in giro per l’Italia, soprattutto con funzioni decorative. Due le macro varietà di cachi: quelli a polpa dura, detti “Persimon” e quelli a polpa più morbida, conosciuti come “Loto di Romagna”.

Ma cosa dà al cachi il sapore tipico dolciastro? Naturalmente la presenza di zuccheri (fruttosio e glucosio). Il cachi ne contiene in gran quantità e per questo è sconsigliato ai soggetti diabetici, mentre è molto consigliato a bambini, anziani e agli amanti dello sport, perché fonte di energia capace di combattere anche lo stress psicofisico.

date-plum hamConsumato nella maggior parte dei casi crudo, scavando la polpa con un cucchiaino, sono ottimi come spuntino di metà mattina o come merenda, ma si possono anche gustare insieme a scaglie cioccolato fondente e, perché no, un buon spumante. Utilizzato per la preparazione di macedonie oppure per insaporire lo yogurt è il protagonista di diverse preparazioni dolci, ad esempio il budino di cachi, il dessert ideale per accontentare anche il palato più restio ad assaporare questo frutto che, se mangiato acerbo, allappa la lingua (o come comunemente si dice “lega la bocca”), dato l’alto contenuto di tannino.

Come non citare, la marmellata di cachi, ottima compagna di formaggi stagionati, e ingrediente principale di gustose crostate. In Giappone il frutto viene impiegato per la produzione del sakè, un vino a bassa gradazione alcolica.

E per finire una curiosità! Questo frutto in dialetto napoletano viene chiamato “legna-santa”. “Legna” perché proprio in Campania viene coltivata una varietà di cachi chiamata “vaniglia della Campania” dalla polpa particolarmente dura, “santa” perché tagliando il frutto nel mezzo è possibile intravedere (anche con un po’ di fantasia!) una immagine del Cristo in croce.

 

 

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