La Giornata Mondiale dell’Alimentazione che si celebra il 16 ottobre in tutto il mondo invita ognuno di noi ad un “consumo consapevole e responsabile”.

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Quest’anno la Fao, l’organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite ha scelto come tema la centralità dell’uomo nei sistemi alimentari sostenendo che “La salute dell’uomo dipende da sistemi alimentari sani e sostenibili sia per la sicurezza alimentare che la nutrizione”, chiedendo a ogni cittadino di dare il proprio contributo per il cambiamento della situazione attuale.

Ma che cos’è un sistema alimentare? Un sistema alimentare – si legge nel documento della Fao – non è semplicemente la filiera di produzione di un alimento, è costituito dall’ambiente, le persone (ogni singola persona), le istituzioni ed i processi con cui le derrate agricole vengono prodotte, trasformate e portate ai consumatori. Ogni elemento del sistema alimentare (dunque ognuno di noi) produce un effetto sull’accessibilità e sulla disponibilità finale dei vari alimenti nutrienti e, quindi, sulla possibilità per i consumatori di adottare diete sane.

Abbiamo dinanzi, ognuno di noi ha dinanzi, una grande sfida: migliorare i sistemi alimentari sotto il profilo della nutrizione, affinché il cibo sia disponibile, accessibile, variato e nutriente, per tutti.

L’espressione di Anthelme Brillat-Savarin poi riproposta dal filosofo tedesco Ludwig Feuerbach, “siamo ciò che mangiamo”, è quanto mai attuale, e lo sarà sempre di più nel mondo globalizzato. Può sembrare paradossale, ma le scelte alimentari e dietetiche di ogni persona, di ognuno di noi, hanno ripercussioni sull’intero sistema alimentare mondiale così come sul futuro del pianeta. Quando compriamo più di ciò che consumiamo, gettiamo il cibo in eccesso, facciamo scorrere tanta acqua del rubinetto per lavare le verdure o cerchiamo di soddisfare ogni piccolo capriccio o desiderio, magari – ad esempio – volendo a tutti i costi frutta o verdura fuori stagione, stiamo compromettendo la possibilità di un’alimentazione sana e genuina per il futuro, soprattutto dei nostri figli, delle prossime generazioni.

Oltre che all’acquisto mirato di generi alimentari, per evitare che il cibo si deteriori e finisca tra i rifiuti, il consumatore è chiamato a un vero e proprio cambio del suo stile di vita, dal momento che, al dato sconcertante della fame mondiale, se ne aggiunge uno riguardante anche i cosiddetti Paesi industrializzati: due miliardi di persone non ricevono le vitamine e i minerali necessari per essere in buona salute, sintomo di un modo sbagliato di alimentarsi.

Variare spesso i cibi, così da assicurare un apporto equilibrato dei nutrienti indispensabili per il benessere dell’organismo, è la prima regola, da applicare soprattutto durante i primi 1000 giorni di vita di un bambino, quando le abitudini alimentari si acquistano e si consolidano. Un bimbo educato a una corretta alimentazione – che mangia verdura e frutta fresca, carne e pesce, cereali e grassi nelle giuste proporzioni – difficilmente diventerà soprappeso o obeso da adulto.

Quando ci rechiamo ad un super o iper mercato per far la spesa, così come nel negozio sotto casa, cerchiamo sempre cibi freschi, alimenti diversi per variare la dieta, prodotti pronti possibilmente a costi contenuti. Ogni italiano butta via circa 150 kg di cibo all’anno per un totale di quasi 9 milioni di tonnellate, pari a circa 15 miliardi di euro e a quasi l’1% del PIL. Lo spreco domestico, diversamente da ciò che si possa pensare, è cinque volte superiore a quello degli altri segmenti della filiera alimentare –  agricoltura, industria, ristorazione, distribuzione – e pesa sul bilancio familiare ben 1700 euro l’anno. La Fao, in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione 2013 ci invita a riflettere sul ruolo di ogni persona, di ognuno di noi, nel sistema alimentare.

I sistemi alimentari sostenibili producono oggi diete nutrienti per tutti e, al contempo, salvaguardano la possibilità di alimentarsi delle generazioni future. Per farlo, però, bisogna utilizzare le risorse in modo efficiente in ogni fase lungo la strada che va dalla terra alla tavola.

Ottenere quanto più cibo possibile da ogni goccia d’acqua, appezzamento di terreno, minima quantità di fertilizzante e minuto di lavoro significa risparmiare risorse per il futuro e rendere i sistemi più sostenibili. Trasformare rifiuti come letame e scarti alimentari in preziosi fertilizzanti o fonti di energia può migliorare la sostenibilità. Parassiti e malattie danneggiano colture e allevamenti e riducono la quantità e la qualità del cibo a disposizione dell’uomo.

Come consumatori pensiamo, erroneamente, di essere impotenti; al contrario, eliminando gli sprechi si ridurrebbe il problema in maniera significativa.

 

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