Il modo migliore per tornare in forma dopo l’estate? Seguire la Dieta Mediterranea. Puntare su cibi freschi e genuini, insalate miste, pesce azzurro e carne bianca cucinati in maniera leggera, è la scelta più efficace per rimediare ai piccoli “peccati di gola” delle vacanze: lo afferma uno studio del Polli Cooking Lab, l’osservatorio internazionale dell’omonima azienda di Pistoia, che ha chiesto a 80 esperti (nutrizionisti e chef) qualche consiglio per smaltire i chili di troppo accumulati a luglio e agosto.
Durante le ferie, complice il clima rilassato, è più facile esagerare col cibo: le cene in compagnia in cui regnano fritti e altre golosità, i piatti tipici, l’immancabile gelato serale, i cocktail con gli amici, regalano al giro vita – in media – un paio di chili. Per eliminarli la tentazione è di cedere a diete improvvisate o, peggio, di digiunare, privando l’organismo del carburante necessario per affrontare la giornata e incidendo negativamente anche sull’umore, già ‘sottotono’ per la ripresa degli impegni di lavoro o studio. La Dieta Mediterranea, varia e bilanciata, per 7 esperti su 10 rappresenta invece il regime più appagante per le papille gustative, oltre ad essere adatta a tutte le tipologie di individui – per il 78% degli intervistati – e priva di particolari controindicazioni (per il 75%).
Pochi grassi (81%), abbondanza di ingredienti di stagione (83%) e completezza dei nutrienti offerti (75%) fanno del regime elaborato dai coniugi Keys nel secolo scorso il più equilibrato e sano, il più indicato per affrontare il ritorno alla vita di tutti i giorni. Come sottolinea Giorgio Broggini, chef del Bistrot Brun’ora di Milano: “Frutta e verdura, legumi, pesce e carne, olio di oliva, cereali sono i protagonisti di questo regime alimentare, ideale anche per rimettersi in forma, perché ricco di frutta, verdura, cereali, acidi grassi e omega 3”.
Pasti regolari, frutta, verdura e zero alcolici
Pasti regolari, frutta, verdura e zero alcolici
“Le vacanze hanno modificato le nostre abitudini alimentari e sballato gli orari dei pasti abituali”, afferma Luca Piretta, nutrizionista, gastroenterologo e docente di Scienza della Nutrizione Umana all’Università La Sapienza di Roma. Una volta rientrati a casa, quindi, è importante innanzitutto “riequilibrare l’organismo dando degli orari giusti per riassettare il nostro orologio biologico” e “suddividere i pasti in cinque momenti”. Oltre alla colazione, indispensabile per fare il pieno di energia quando si comincia una nuova giornata, è opportuno anche consumare uno “spuntino a metà mattina e a metà pomeriggio a base di frutta e verdura, in modo da favorire un consumo più basso di pasta e pane a pranzo e cena”. Una spremuta d’arancia, un frutto di stagione, oppure una carota o un finocchio a crudo sono un’ottima soluzione per una pausa veloce: poco calorici, saziano, impediscono di arrivare eccessivamente affamati al pasto successivo e al tempo stesso consentono all’organismo di fare il pieno di vitamine, minerali e antiossidanti.
“Per i pasti principali – continua il medico – consiglio di alternare la pasta e la carne o pesce tra mezzogiorno e sera. E soprattutto niente alcolici per almeno un mese, che hanno un apporto calorico alto”. A pranzo, quindi, largo a lenticchie, ceci, fagioli o piselli con pasta o riso, che costituiscono un piatto completo, perché uniscono le proteine dei legumi ai carboidrati contenuti nei cereali; a cena, invece, è preferibile scegliere carne bianca (pollo o tacchino), che vanta un ridotto contenuto di grassi, racchiude proteine nobili, vitamine e ferro ed è più digeribile di quella rossa, o pesce azzurro (alici, sarde, palamite, sugarelli, gronghi) da cucinare al forno o alla griglia e accompagnare con verdure e ortaggi di stagione (melanzane, peperoni, broccoli, insalata, fagiolini, bietole, zucchine). “E come condimento basterà un cucchiaio a pranzo e a cena di olio extravergine di oliva, il miglior grasso perché contiene l’acido oleico, un acido grasso monoinsaturo che aiuta a tenere bassi i livelli di colesterolo, polifenoli, antiossidanti e omega 3”, conclude lo specialista.