Senza nulla togliere al pregiatissimo Parmigiano Reggiano, peraltro tra i prodotti italiani più imitati al mondo, o a formaggi più blasonati come la fontina, l’asiago, il gorgonzola o la mozzarella di bufala campana, la caciotta resta il formaggio più noto e diffuso, perché appartiene alla tradizione contadina. Considerata per lungo tempo, dal dopoguerra in poi, cenerentola dei formaggi e della cucina, negli ultimi anni se ne è riscoperta la bontà e la genuinità. Tanto che non è difficile portarne una a casa di rientro da una scampagnata, una gita in montagna o in un agriturismo. Peraltro è uno dei formaggi con il miglior rapporto qualità/prezzo. E forse, proprio per questo, oggi la caciotta è divenuta un prodotto immancabile in dispensa. E’ il formaggio della socializzazione per eccellenza, quello che non mancava mai a tavola, su un tagliere, con un po’ di pere e miele. Il modo di mangiarla più comune è al naturale, come antipasto, magari assieme a melanzane, carciofini o altri sott’olio. E’, assieme al pane e burro, una tra le più classiche merende. Molto buona, è oggi sempre più presente nei menù gourmet di ristoranti stellati servita con mieli, composte o gelatine, che ne esaltano il sapore. Se quelle più stagionate si prestano ad essere mangiate a fette, quelle fresche, a pasta più molle, sono preferite per realizzare primi e secondi, ma anche dessert, oltre che deliziosi snack. Tagliata a dadini diventa ingrediente per insalate.