Carni bianche, pesce, kiwi, arance. La guarigione dall’influenza comincia a tavola. Complici i primi freddi e le temperature altalenanti del periodo, i malanni di stagione stanno già colpendo numerosi italiani: per rafforzare il corpo indebolito da mal di gola e raffreddore, febbre, dolori articolari e muscolari, diventa allora fondamentale puntare sulla dieta giusta. Ad affermarlo è Pietro Migliaccio, Presidente della S.I.S.A., la Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione.
Insieme alle dietiste Silvana Nascimben ed Eugenia Cilla, il medico nutrizionista ha messo a punto un regime indicato, in particolare, nei primi tre giorni della malattia: “L’alimentazione da seguire deve essere leggera, digeribile e, allo stesso tempo, nutriente”. Anche se ci si sente debilitati e la voglia di mangiare è poca, scegliere i cibi adatti è importante per fortificare il sistema immunitario e riprendersi velocemente.
Largo quindi, ad alimenti che racchiudono vitamina C, preziosa alleata delle nostre difese naturali, come kiwi e agrumi. I primi ne sono ricchissimi (85 mg in 100 grammi di prodotto) e, oltre che a fine pasto, grazie al loro sapore leggermente aspro sono ottimi anche per preparare insalate – per esempio abbinati a zucchine o insalatina mista – con cui fare il pieno di benessere. Tra gli agrumi, invece, quelli con la maggiore quantità di acido ascorbico sono le clementine (54 mg su 100 g di frutta), seguite da arance e limoni (50 mg), mandarini (42 mg), pompelmi (40 mg) e mandaranci (37 mg). La classica spremuta, da bere in qualunque momento della giornata, è sempre una soluzione valida quando l’appetito è scarso, per dare all’organismo una sferzata di energia.
Quando si è in convalescenza, poi, è bene preferire la carne bianca – più digeribile – a quella rossa. Pollo e tacchino contengono proteine nobili, amminoacidi ramificati, che facilitano lo smaltimento delle tossine, ferro in discreta quantità – rispettivamente 1,5 e 2,5 grammi per 100 di prodotto – e possono essere cucinati in mille modi, alla griglia, in padella, al forno o ridotti a spezzatino e cotti con patate e altre verdure. Via libera al pesce, in particolare a quello azzurro, che ha un costo accessibile – alici, sarde, palamite, pesce sciabola, grongo – ed è un concentrato di sali minerali, fosforo, ferro, iodio, Omega 3, vitamine A e B.
È poi essenziale fornire all’organismo i carboidrati complessi della pasta, che costituiscono la principale fonte di energia – un vero e proprio “carburante” – per cervello e muscoli. L’importante è non esagerare con i condimenti, ma puntare su olio extravergine d’oliva e pomodori pelati freschi, fonte di licopene, un antiossidante che si sprigiona durante la cottura. Bene anche il piatto unico: “Con l’aggiunta nel condimento di proteine di origine animale (tonno o carne trita o pesce sminuzzato) – continua Migliaccio – si rende il pasto equilibrato da un punto di vista nutrizionale e si permette di recuperare le masse muscolari perse con la scarsa attività fisica svolta”. A tutto questo, naturalmente, vanno uniti il necessario riposo a letto, una terapia prescritta dal medico di famiglia e acqua a volontà per idratare il corpo, da bere a temperatura ambiente.
Pietro Migliaccio
Pietro Migliaccio
Lavora a Roma come Medico Nutrizionista e Dietologo Clinico. Specialista in Gastroenterologia, per oltre 25 anni è stato ricercatore dell’Istituto Nazionale della Nutrizione (l’attuale INRAN – Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione). Collabora con la stampa e con varie testate radiotelevisive per la diffusione della cultura della sana alimentazione; dal 2010 è Presidente della Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione (S.I.S.A.).