Passeggiare tra gli agrumeti del trapanese, assaggiando le Arance di Ribera appena raccolte dagli alberi; visitare il Museo del Gattopardo di Santa Margherita del Belice, città natale di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, e gustare le squisite olive di Nocellara in salamoia; o, ancora, rilassarsi alle terme di Sciacca e poi fermarsi nei ristorantini del litorale a mangiare la pasta con le sarde. Sono solo alcuni dei percorsi offerti dalla Valle del Belice, attraversata dal fiume omonimo, che bagna le province di Agrigento e Trapani: una delle zone più affascinanti della Sicilia Occidentale, in cui il ricchissimo patrimonio storico incontra luoghi di rara bellezza e prodotti enogastronomici di eccellenza.
Da qualche mese, per valorizzare questo angolo ancora poco frequentato dell’isola, il distretto turistico di “Selinunte, Belice e Sciacca terme”, insieme all’Assessorato al Turismo della Regione, ha lanciato “Alla scoperta di una Sicilia”, una serie di itinerari tra arte, natura e gusto che promuovono una vacanza slow, dedicata a quanti desiderano conoscere i borghi minori e i sapori genuini di questa terra. L’iniziativa, in particolare, vuole incoraggiare il turismo ‘fuori stagione’, aprendo le porte di Bed & Breakfast, piccoli alberghi e agriturismi da novembre a maggio, per scoprire un’altra Sicilia, diversa da quella dei circuiti battuti nel periodo estivo. La Sicilia dove nascono alcuni degli alimenti cardine della Dieta Mediterranea – l’olio, la frutta, il pane, il pesce azzurro –, quella dell’artigianato e delle riserve naturali, “in cui la comunità accoglie e sviluppa progetti per il territorio”, come spiega il direttore del progetto Antonio Barone.
Itinerari tra Castelvetrano, Sciacca e Caltabellotta
Itinerari tra Castelvetrano, Sciacca e Caltabellotta
“Alla scoperta di una Sicilia” coinvolge 18 comuni tra l’agrigentino e il trapanese, insieme a 40 produttori e strutture ricettive, che stanno lavorando in sinergia per mostrare le eccellenze di “un territorio molto particolare – aggiunge Barone –, ricco dal punto di vista culturale, ambientale, enogastronomico”. C’è Castelvetrano con il Parco Archeologico di Selinunte, il più grande d’Europa, un’area di 40 ettari che sorge nell’antica città fondata dai Megaresi nel VII secolo a.C., dove vedere, tra l’altro, l’acropoli con i resti dei tempi di Era ed Afrodite e le necropoli con le tombe scavate nel tufo. Dopo la visita all’area archeologica, val la pena fermarsi nei forni cittadini per assaggiare il pregiato Pane nero di Castelvetrano, oggi tutelato dal Presidio Slow Food, una pagnotta scura profumata e dal sapore intenso, impastata con due farine ricavate da antiche varietà integrali di grano siciliano, il ‘biondo’ e il tumminìa, che vengono tutt’ora macinate su pietra.
Particolarmente suggestivo l’itinerario di Caltabellotta, la cittadina che il 31 agosto 1302 fu teatro della storica pace tra Carlo di Valois e Federico III d’Aragona, che mise fine alla guerra del vespro siciliano. Questo borgo costruito sulla roccia, a oltre 900 metri sul livello del mare, che offre una vista mozzafiato sulla vallata sottostante, è famoso anche per la coltivazione di due tipologie di olive, la Biancolilla e la Nocellara del Belice, da cui si ricavano due tra i più rinomati extravergini siciliani. Il primo, leggero e fruttato, viene utilizzato sul pesce arrostito e nei dolci per la sua estrema delicatezza; l’altro, più amaro e piccante, dà il meglio sulle insalate o in abbinamento ai formaggi freschi siciliani, come la ricotta, la tuma o il caprino, bilanciandone il gusto importante.
Da non perdere, infine, una passeggiata a Sciacca, famosa per il Carnevale, per la “Coda di Volpe”, un lungo sperone roccioso che si affaccia sul mare, offrendo uno scenario naturale unico al mondo, e per le Terme selinuntine con le acque sulfuree, dove si curavano già greci e romani. Sciacca è una meta prediletta anche per gli amanti della cucina di mare: lungo il suo litorale, infatti, si pescano le sarde protagoniste di alcuni dei più celebri piatti dell’isola, come la pasta chi sardi, con zafferano, finocchietto selvatico, uvetta e pinoli, e le sardi a beccaficu, farcite con prezzemolo, uva passa, pinoli, aglio e pangrattato e cotte in forno.