Il topinambur è un tubero che ricorda lontanamente il sapore del carciofo. È utilizzato nella cucina Piemontese, non molto conosciuto nel resto d’Italia, ma ultimamente sempre più utilizzato da cuochi e food blogger, per questa ragione sta vivendo un periodo di buona notorietà.
In Piemonte viene chiamato ciapinabò, topinabò e anche tapinabò e viene consumato prevalentemente con la tradizionalissima bagna cauda.
È un prodotto tipico del periodo invernale ed autunnale. Quelli con la buccia rosata sono considerati i più pregiati e si trovano in commercio da ottobre fino alla primavera. La qualità bianca, invece, è precoce e si può raccogliere già a fine agosto.
Non è necessario pelarli perché hanno una buccia molto sottile, è importante però pulirli bene e spazzolarli, per essere sicuri di eliminare tutti i residui di terra. Si possono mangiare crudi se tagliati molto sottili o cotti in padella o al forno.
I topinambur sono tuberi originari del Nord America, arrivati in Europa intorno al XVII secolo. Tra i loro pregi si possono citare il basso contenuto calorico, i sali minerali quali potassio, magnesio e zinco di cui sono ricchi, e la capacità di riequilibrare la flora intestinale.
I tempi di cottura non sono particolarmente lunghi: 10 minuti se bolliti e 15-20 minuti, se stufati in padella. Sono moltissime le ricette con le quali esaltare il gusto di questi originali tuberi. Visto il loro sapore delicato e, come dicevamo, simile a quello del carciofo, si possono utilizzare per preparare un ottimo risotto, sostituendo lo spinoso ortaggio con questo tubero più economico e veloce da preparare. Oppure si possono cucinare come se fossero patate preparando golose chips, si possono cuocere al forno o preparare originali purè.