L’export agroalimentare italiano sta crescendo negli ultimi anni a ritmo sostenuto. In base ai dati dell’Agrifood Monitor di Nomisma si rileva una crescita del 6% dell’export rispetto al 2016 grazie al successo riscosso all’estero da vini, salumi e formaggi.
Sono stati esportati prodotti per 22,7 miliardi di euro tra gennaio e luglio 2017 e si prevede che entro fine anno verranno superati i 40 miliardi nelle vendite all’estero.
Ad accelerare la crescita sono i formaggi (+13%), carni e derivati (+10%) e vino (+7%). Si rileva invece una flessione per la pasta (-4%) e l’olio d’oliva (-8%), alcuni tra i prodotti più noti del Made in Italy.
Secondo un’analisi di Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai primi sette mesi dell’anno la vendita di formaggi all’estero è cresciuta del 7% su base annuale, se si considera però la media decennale la crescita è di ben +84%! Inaspettatamente i più golosi di formaggi italiani sono i francesi, nonostante la quantità e qualità di formaggi prodotti in casa. In Olanda sembra essere esplosa una pecorino-mania, con un aumento degli acquisti del 77% rispetto allo scorso anno. Anche la Germania dimostra di apprezzare i formaggi italiani, al contrario si registra ancora poco successo nei paesi Asiatici come Cina e Giappone.
I formaggi più amati e richiesti all’estero si confermano essere grana padano e parmigiano reggiano (21% dell’export), seguiti da altre Dop/Igp come pecorino romano, gorgonzola e mozzarella di bufala. Sono i più amati, ma anche i più contraffatti, sono infatti diffuse ovunque brutte copie di tutti i principali formaggi italiani.
A livello mondiale l’export italiano si trova al nono posto tra i principali esportatori con oltre 38 miliardi di valore dell’export agroalimentare. Gli Stati Uniti sono al primo posto con un valore superiore ai 127 miliardi di euro, seguiti da Olanda (87 miliardi), Germania (74 miliardi) e Cina (64 miliardi).