Qual è la quantità giusta di olio, pasta o formaggio da consumare? Mangiare correttamente, in modo equilibrato, assumere le giuste calorie rispetto al fabbisogno del corpo, non è solo questione di quali alimenti consumare e in che modo preparali, ma anche di quantità. Le porzioni sono indispensabili per un’alimentazione sana ma spesso è difficile rendersi conto della quantità di cibo che mettiamo nel piatto.
Gli esperti consigliano delle porzioni precise, come ad esempio 80 grammi di pasta al giorno, ma se non si vuole essere schiavi della bilancia e pesare ogni singolo alimento, come fare a rendersi conto “ad occhio” della porzione giusta?
Un recente studio americano compiuto dallo United Stated Department of Agricolture, ha rilevato che la maggior parte delle persone tende a sovrastimare la porzioni di frutta, latticini e carne consumate e a ritenere quelle di pasta, dolci più piccole di quanto realmente siano. Insomma non si riesce ad avere un’idea realistica di quanto cibo può corrispondere ad un certo peso e a questo si aggiungono le (cattive) abitudini alimentari apprese da piccoli, che pur influiscono sull’idea che si ha delle “giuste” porzioni: piatti sempre abbondanti, va bene fare il bis, i dolci seguono sempre il pasto.
Una soluzione al problema è stata proposta dalla Shape Up America, un’organizzazione che da circa vent’anni cerca di infondere la cultura del mangiar sano, un “porzionometro” di facile interpretazione e soprattutto molto intuitivo.
In buona sostanza la MyPyramid messa a punto dall’USDA (dipartimento per l’Agricoltura degli Stati Uniti), la piramide alimentare che racchiude alcuni fondamentali consigli nutrizionali, è stata convertita in quantità. Come? Prendendo come unità di misura forme, dimensioni e gesti quotidiani, facili da memorizzare: pugni, dita, palline da tennis, calzini arrotolati, mouse e altro ancora.
E’ infatti molto più semplice da ricordare che la porzione di formaggio giusta deve corrispondere grosso modo al proprio dito indice o che 90 grammi di carne bianca o pesce corrispondono al palmo di una mano femminile o ad un mazzo di carte da poker.
Ovviamente si tratta di indicazioni che valgono in media, ognuno dovrà poi adeguare le giuste porzioni alle proprie esigenze nutrizionali, alla corporatura, al peso, al metabolismo, a necessità specifiche, ma perlomeno questo strumento ha il vantaggio di fornire un’idea abbastanza precisa e chiara delle giuste porzioni da consumare.
«Anche gli italiani spesso non fanno attenzione alle porzioni e non conoscono le corrette quantità di cibo per ciascun tipo di alimento – commenta Giovanna Cecchetto, presidente dell’Associazione Nazionale Dietisti (Andid) -. Tuttavia le razioni che mettiamo nel piatto devono essere considerate con una certa flessibilità, nell’ambito dell’alimentazione complessiva giornaliera e settimanale. Bisogna cioè valutare il proprio fabbisogno di nutrienti in un’ottica globale: se amiamo la pasta e ce ne serviamo una dose abbondante, poi basta limitare la quantità di cibi con gli stessi nutrienti, come il pane».
Dunque premettendo che è importante saper ‘ascoltare’ il corpo, che è in grado di dirci quando è sazio e di quali nutrienti ha bisogno, si può non rispettare alla lettera quanto indicato: ad esempio se si ha voglia di mangiare di più di una palla da tennis di riso, ovviamente lo si può fare, facendo attenzione però ad equilibrare la dieta, non mangiandolo nuovamente durante la settimana.