Mi da un pezzo di pane? L’acquisto e il consumo di pane, più di ogni altro, è un gesto che accomuna gli uomini di tutto il mondo. Immancabile nell’alimentazione quotidiana da oltre 3500 anni rappresenta uno degli elementi base della dieta quotidiana senza distinzioni di razza, cultura, religione. E se la sua composizione varia da Paese a Paese, finanche da quartiere a quartiere, così come il modo di consumarlo, è, senza dubbio, l’alimento universale per eccellenza. Tanto da diventare il simbolo più alto del cristianesimo.
A colazione, pranzo e cena, ma anche durante il giorno, nelle forme più diverse, è sempre presente. Con il burro, la marmellata o anche il prosciutto o il salame rappresenta la più antica e diffusa merenda. E se oggi non riusciamo più a fare a meno del pane fresco un tempo, quando non era facile reperirlo quotidianamente o durante i viaggi (non certo a bordo di treni veloci o aerei), si conservava secco o biscottato (cotto due volte) e all’occorrenza lo si riutilizzava spugnato con acqua.
Bianco o nero, di frumento, di segale, di manioca o di riso, ai salumi o ai cereali, con le olive, azzimo o salato, cotto a legna o nei forni elettrici, a panini, fruste, baguette, pagnotte; e ancora a sfoglia, a cassetta o carasau, il tipico pane sardo; cafone o nobile. Se i pani tradizionali italiani sono oltre 250, nel mondo se ne contano oltre 30.000 tipi diversi, anche se non si conosce il numero preciso, dal momento che ogni Città, ogni piccolo Paese addirittura in ogni famiglia si produce un tipo di pane diverso. …ovviamente ritenuto il migliore, il più buono, quello che da gusto, più di ogni altro alimento, ai cibi.
L’impasto base è costituito da farina, acqua a cui, a seconda delle tradizioni, delle culture alimentari e del tipo di pane da ottenere, si aggiunge lievito e sale. Lavorato a mano o con l’impastatrice, l’impasto deve lievitare da un minimo di un’ora fino a 6-8 ore se si è utilizzato il lievito madre. Quello lievitato naturalmente necessita di un’ulteriore lavorazione dell’impasto e una seconda lievitazione. Anche la cottura fa la differenza. A seconda dei formati e del risultato finale che si vuole ottenere si va da mezz’ora a un’ora.
Un po’ di storia…
L’homo erectus lo preparava macinando fra due pietre i cereali e mescolando con acqua la farina ottenuta cuocendo poi l’impasto su una pietra rovente. Sono stati gli egiziani a fare per primi il pane lievitato, ottenuto lasciando fermentare all’aria l’impasto di farina e acqua. I primi veri panificatori, però, sono stati i greci, che ne producevano oltre 70 qualità diverse.