pane sospeso locandinaSi è ispirata alla nobile tradizione partenopea del “caffè sospeso” la Camera di Commercio di Matera, che per Natale ha lanciato l’iniziativa benefica Anche tu buono come il pane, in collaborazione con l’associazione dei panificatori materani, Confcommercio, Confesercenti e Caritas Diocesana di Matera-Irsina.

A Napoli qualcuno ha ancora l’abitudine di entrare in bar per un caffè, berne una sola tazzina ma pagarne due, offrendo la seconda a uno sconosciuto beneficiario. Allo stesso modo, nei forni e nelle panetterie dalla Città dei Sassi, ogni martedì e venerdì fino all’8 gennaio 2015, sarà possibile lasciare un pezzo di pane sospeso”, pagando due pagnotte del pregiato pane materano (oggi tutelato dal marchio IGP) e portandone via una sola, regalando così l’altra a quanti, ancora oggi, hanno difficoltà ad acquistare i generi alimentari di prima necessità. Saranno poi i volontari della Caritas a ritirare il pane e a consegnarlo direttamente a casa di chi ne ha bisogno. I clienti delle panetterie potranno decidere di donare anche biscotti e altri prodotti da forno.

Sono 19 gli esercizi commerciali – circa il 90% dei panificatori cittadini – che aderiscono alla campagna di solidarietà, riconoscibili dalla locandina esposta all’esterno del negozio. Tra questi, storiche imprese artigiane a conduzione familiare, presenti sul territorio da oltre mezzo secolo – come il Panificio “Le Origini” di Antonio Lapenna e quello di Gaetano Barbalinardo & soci, rispettivamente iscritti al registro delle imprese da 64 e 65 anni -, che con il loro lavoro hanno costruito la fama del pane di Matera nel mondo.

 

Il significato del pane a Matera

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La scelta del pane come protagonista dell’iniziativa solidale non è casuale: da sempre, infatti, il pane è simbolo della Città dei Sassi, perché profondamente legato all’economia contadina del territorio. Dalla tipica forma a cornetto e dalla crosta spessa e scura – due caratteristiche che richiamano la sagoma e i colori caldi della terra lucana –, in Basilicata è considerato un bene sacro e preziosissimo. In un contesto di grande povertà, quando il pranzo e la cena per molti erano un lusso, era l’unico alimento sempre assicurato: “Finché c’era un pezzo di pane, anche in mancanza di altro – e l’altro mancava quasi sempre – a Matera si poteva aver fiducia nella vita e sperare. Se non altro, non si moriva. Il pane era tutto”, si legge nella locandina della campagna.

La semola ottenuta da grano di qualità eccellente – coltivato sul terreno argilloso della collina materana, particolarmente vocata alla produzione di vecchie varietà di frumento duro –, il lievito madre ricavato dalla frutta fresca, la lunga cottura nel forno alimentato con legna di olivo o quercia e la grande manualità dei panificatori locali sono gli ingredienti che rendono questo pane un prodotto dalla consistenza, dal sapore e dal profumo unici, in grado di mantenere la fragranza e la morbidezza per più di due settimane. Le prime testimonianze certe riguardo alla sua produzione risalgono all’epoca della formazione del Regno di Napoli (XIV secolo), ma probabilmente le origini sono molto più lontane.

 

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