shutterstock_263513810Negli anni ’50 c’era un tram, ai tempi chiamato tramvai, che univa due città Lombarde, Monza e Milano. Il tragitto, oggi non così lungo, ai tempi era piuttosto impegnativo poiché il tram, a causa di un’ordinanza decisa dalla Provincia,  non poteva superare i 15 Km. Una decisione presa perché, per arrivare a destinazione, il mezzo pubblico doveva passare in mezzo ai campi ed era importante che non disturbasse il bestiame. Per questa ragione il viaggio arrivava a durare anche diverse ore. I viaggiatori quindi usavano portarsi uno spuntino e di solito si trattava di una preparazione molto semplice, un tipo di pane arricchito con uvetta che veniva talvolta utilizzato dal tramviere al posto dei soldi, quando aveva le monete sufficienti per dare il resto a chi acquistava il biglietto.

shutterstock_149781182Ecco perché questo alimento viene chiamato Pan Tramvai, una prodotto da forno a pasta morbida e lievitazione naturale. Solitamente è ricoperto con un po’ di zucchero ed è cotto in uno stampo rettangolare.

Esiste una ricetta ufficiale del Pan Tramvai controllata dal Comitato dei Maestri Pasticceri della Brianza. Si tratta di un progetto della Camera di commercio di Monza e Brianza, in collaborazione con l’Unione del Commercio di Milano, EPAM e Apa Confartigianato, finalizzato a valorizzare e promuovere questo prodotto. Per essere chiamato Pan Tramvai deve contenere una quantità di uva sultanina non inferiore al 40% del suo peso e almeno il 40% di grassi nell’impasto. È accettata la presenza di noci e fichi secchi, oltre all’uvetta, ma non è invece consentito l’utilizzo di conservanti e ingredienti provenienti da OGM.

Se siete curiosi di assaggiarlo e volete provare proprio la ricetta originale, il Comitato si è impegnato per suggerire quali sono le pasticcerie e i ristoranti in cui è possibile gustarlo e scoprire così uno splendido alimento della tradizione.

 

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