L’abbinamento più famoso è con il prosciutto crudo, immancabile nelle cene informali tra amici così come nelle occasioni importanti, dai pranzi di lavoro fino a quelli di nozze. Ma il celebre antipasto non è l’unica ricetta salata che ha per protagonista il melone: il goloso frutto estivo, oltre che per macedonie, sorbetti e gelati, viene utilizzato sempre più spesso come ingrediente di insalate, carpacci, persino paste fredde e risotti. Gustare il melone a tutto pasto, al contrario di quanto si può pensare, non è una tendenza degli ultimi anni: già gli abitanti della Roma antica lo tagliavano a pezzetti e lo condivano con sale e aceto; più tardi, nell’Ottocento, Alexandre Dumas padre consigliava di mangiarlo “con pepe e sale, e berci sopra un mezzo bicchiere di Madera, o meglio di Marsala”.
Oggi il melone è impiegato soprattutto per preparare gustose insalate, ideali come contorno o piatto unico, con l’aggiunta di formaggi, uova sode o salumi. L’ideale è unirlo a ingredienti decisi, in grado di bilanciare il suo sapore zuccherino, come rucola, ravanelli o indivia riccia, speck, prosciutto crudo o salame a dadini, feta, caprino o scaglie di parmigiano. Raffinatissimo l’abbinamento con i gamberetti appena scottati o il salmone affumicato. Pieno e ‘sontuoso’ quello con la mozzarella di bufala DOP, a cui dare un tocco di freschezza con qualche pomodorino ciliegino o datterino.
Un’idea per stupire gli ospiti durante una cena d’estate è il carpaccio: con la bresaola – un’alternativa al classico con la rughetta – ma anche con il pesce spada affumicato, da condire con olio extravergine d’oliva e succo di limone o aceto balsamico. Ancora, per una festa in piedi è possibile puntare sugli spiedini, sfiziosi finger food da preparare alternando i cubetti di frutta con formaggi come gorgonzola, taleggio o feta. E a sorpresa il melone compare pure in un’inedita versione dell’insalata di riso – soprattutto in coppia con lo speck – e del risotto, un primo dal gusto delicato, buonissimo sia caldo che freddo.
E per finire in bellezza il pranzo a base di melone largo a macedonie – da servire magari nella stessa buccia del frutto svuotata della polpa –, gelati e dessert, come semifreddi e clafoutis (un dolce da forno da preparare con la frutta disposta in una teglia, ricoperta con un battuto di uova, latte, zucchero e poca farina).
Sazia e favorisce l’abbronzatura
Nonostante il gusto dolcissimo, il melone è un frutto poco calorico – 100 grammi di polpa contengono appena 33 calorie – e regala un senso di sazietà senza appesantire. Racchiude sali minerali (potassio, fosforo e calcio), una buona quantità di ferro e di vitamina C.
È poi ricco di vitamina A (200 microgrammi per 100 grammi di prodotto), che stimola la produzione di melanina nell’epidermide e in estate è particolarmente utile per favorire l’abbronzatura. Proprio per il suo elevato contenuto di betacarotene, che protegge la giovinezza di pelle e capelli, è utilizzato di frequente per preparare maschere di bellezza dalla funzione idratante e antiossidante, mescolato con yogurt o panna fresca.
Il “maschio” è più buono
Già coltivato in Egitto cinque secoli prima di Cristo, il melone (cucumis melo, appartenente alla famiglia delle Cucurbitacee, la stessa dell’anguria, della zucca e delle zucchine) era diffusissimo nella società romana: Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis Historia (I sec. d.C.), narra che l’imperatore Tiberio ne fosse particolarmente ghiotto. Gli antichi lo consideravano un simbolo di fertilità, per i numerosi semi che si trovano al suo interno. Nel Medioevo, come scrive lo storico Massimo Montanari nel suo libro Il riposo della polpetta e altre storie di cibo (2009) cominciò ad essere mangiato insieme al prosciutto crudo (sì, il celebre abbinamento non è nato negli anni Ottanta ma molti secoli fa!): secondo i medici dell’epoca, fedeli seguaci dei principi ippocratici e galenici, consumare cibi freddi e umidi sbilanciava il calore naturale dell’organismo, perciò era opportuno unire la frutta con alimenti salati e ‘caldi’.
Il nostro Paese oggi è tra i principali produttori europei del prelibato frutto: nelle campagne della Penisola si coltivano le più comuni varietà estive, come il Cantalupo – chiamato così perché fu importato in questa località della Bassa Sabina da missionari asiatici –, che si caratterizza per la buccia solcata e la polpa arancione e gustosissima, conosciuto anche come “melone di pane”; il Retato, tondo, dalla buccia reticolata e dalla polpa dolce; il “Giallo di Paceco” – dal comune in provincia di Trapani noto per la sua coltivazione – o gialletto, detto anche melone d’inverno perché può essere conservato fino a dicembre o gennaio, dalla forma ovale, scorza gialla liscia, polpa biancastra e dolcissima. I meloni più saporiti e profumati sono i ‘maschi’, che si distinguono per un piccolo punto nero nella parte opposta al picciolo.