Conosciuta in Italia e nel mondo per il suo famoso Carnevale, Viareggio da 141 anni, nelle due settimane precedenti l’inizio della Quaresima, diventa teatro di uno degli eventi spettacolari più belli con le sfilate dei carri allegorici realizzati in cartapesta.
Carnevale non significa solo spettacolo e divertimento ma anche mangiarebuono tanto che Viareggio, così come la Versilia, è considerata un’importante meta del gusto del Belpaese. Decidere di partecipare ad una delle sfilate che quest’anno si svolgeranno fino al 9 marzo, dunque, può rappresentare l’occasione per trascorrere un weekend all’insegna di divertimento ma anche storia, arte, natura e – ovviamente – gastronomia. E se non si vuol restare in città, proprio partendo da Viareggio si può trascorrere una due giorni lungo la Strada del vino e dell’olio di Lucca.
Qui come altrove lungo lo Stivale i festeggiamenti sono accompagnati da piatti tipici, tradizioni gastronomiche e gli immancabili dolci carnascialeschi. Da quasi un secolo e mezzo, però, il piatto che più di ogni altro è associato ai festeggiamenti del Carnevale in Toscana è “fagioli all’uccelletto con salsiccia” accompagnati dalla focaccia seravazzina.
Hanno origini antiche anche i tordelli, che non possono mancare a tavola per celebrare degnamente il Martedì Grasso, una sorta di ravioli ripieni di carne e conditi con ragù. In molte famiglie e in tante osterie, taverne e ristoranti locali è molto diffuso anche il caciucco di pollo.
Prelibatezze da accompagnare rigorosamente da buon vino toscano che non è solo il famoso Chianti o il Brunello ma anche uno di quelli che si producono in Versilia. La gamma di vitigni è molto ampia e propone qualità autoctone come il vermentino nero, un’esclusività della zona; ma anche il vermentino bianco, sbarcato dalla Sardegna ma che qui ha trovato terreno fertile o uve internazionali come lo Chardonnay, il Merlot e il Syrah, importati dagli emigranti versiliesi, tanto che i contadini e i più anziani li appellano ancora oggi come “uva francese”. Qui si può trovare anche una varietà di Sangiovese in purezza prodotto praticamente sulla sabbia, a poche centinaia di metri dal mare, e che “fino all’800 si usava per tagliare i vini rossi toscani che, per non guastarsi nel corso delle traversate, avevano bisogno di salsedine”.
La Strada del vino e dell’olio
La Strada del vino e dell’olio di Lucca dalla Versilia porta fino alle bianche cime delle Alpi Apuane, passando per Camaiore, Massarosa, Torre del Lago Puccini, Pietrasanta, Seravezza, patria della famosa focaccia, fino a Lucca. Un itinerario che può essere percorso dalla Alpi al mare o, se ci si trova già in Versilia, viceversa attraversando le colline lucchesi alla scoperta dei casali e delle ville storiche di Capannori, della fortezza di Montecarlo e Altopascio, la città del pane e dei Cavalieri del Tau e la spettacolare Valle del Serchio, racchiusa tra i monti e il mare.
Il Carnevale di Viareggio
La prima sfilata di carrozze addobbate a festa nella storica Via Regia, nel cuore della città vecchia, si svolse il 24 febbraio del 1873. La prima edizione di quel grande spettacolo che oggi è conosciuto in tutto il mondo come il Carnevale di Viareggio nacque dall’idea dei giovani della cittadina toscana che allora si ritrovavano al Caffè del Casinò, che organizzarono una sfilata per festeggiare il Carnevale.
Il simbolo del Carnevale di Viareggio è Burlamacco. Ideata nel 1930 da Uberto Bonetti, pittore e grafico futurista, la maschera di Burlamacco apparve per la prima volta sul manifesto del 1931 in compagnia di Ondina, bagnante simbolo della stagione estiva. Prendendo spunto dalle maschere della Commedia dell’Arte e disegnandola in chiave futurista, Bonetti volle riassumere nella maschera i due momenti clou della vita della città di Viareggio: l’estate (con i colori bianco e rosso tipici degli ombrelloni sulle spiagge negli anni Trenta) e il Carnevale.