SaurisSauris, Lago, Diga e dintorni -94Lago di Sauris

Come ogni anno, da diversi secoli, a Sauris, un borgo di appena 429 abitanti delle Dolomiti Friulane, il Carnevale ha preso il via sabato con la Notte delle Lanterne, un antico rito che si sviluppa lungo il suggestivo percorso che si snoda tra i boschi della Carnia. Portato qui da un piccolo gruppo di persone proveniente dalla vicina Austria, che si insediò nella valle tra il XIII e il XIV secolo, ogni anno attira centinaia di turisti.

Il Carnevale di Sauris può essere l’occasione per trascorrere qualche giorno all’insegna del gusto. Questo territorio, infatti, è ricco di prodotti genuini come il delicato prosciutto di Sauris IGP, un crudo leggermente affumicato con legno di faggio, aromatizzato con bacche di ginepro e stagionato per almeno un anno all’interno delle malghe, le caratteristiche abitazioni alpine in pietra. E poi i formaggi di montagna, come il Latteria e il Montasio DOP, entrambi dal gusto amabile, e quello di Malga, ricavato dal latte delle mucche che pascolano liberamente in questo territorio incontaminato e vengono alimentate esclusivamente con mangimi naturali. Con le tre tipologie di cacio, dall’aroma inconfondibile, gli abitanti del luogo preparano il frico, una saporita frittata senza uova, talvolta ammorbidita con patate lesse o zucca. Da provare la ricotta affumicata, buonissima sulla polenta o grattugiata sulla pasta, e la birra integrale, perfetta per accompagnare i salumi locali.

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Polenta

crostoli_ dolce di Carnevale

I piatti tipici del luogo sono ricchi e sostanziosi, per affrontare il grande freddo che caratterizza l’inverno carnico: i cjarsòns, tortelli ripieni di patate lesse, e gli gnocchi di pane ed erbe, conditi con burro fuso e ricotta affumicata; la plessirminjostra, una zuppa di fagioli, lardo e carne di maiale; il dunkalte, una pietanza a base di polenta e salsicce cotte nel latte, in passato riservata ai giorni di festa.

Tra i dolci, a Carnevale non possono mancare i crostoli, le sottili strisce di impasto fritte e cosparse di zucchero a velo – diffusissime in tutta la Penisola con diversi nomi – ma soprattutto i “rufioi”, golosi ravioloni fritti farciti con biscotti secchi, amaretti, mandorle, cacao, cedro candito e pinoli. Questi dolcetti nacquero alla fine dell’800, però in versione salata, come pietanza del “riciclo” che i contadini cucinavano con gli avanzi di carne di maiale e verdure; nel secondo dopoguerra, con il sopraggiungere di condizioni di vita più agiate, gli abitanti del Friuli trasformarono completamente la ricetta e cominciarono a preparare i rufioi in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali, consumandoli fino al Mercoledì delle Ceneri.

 

La Notte delle Lanterne

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Due le figure principali della magica Notte delle Lanterne saurana: il Rölar, un personaggio in abiti dismessi, con la faccia e le mani ricoperte di fuliggine, che sollecita le persone in strada a prepararsi per la mascherata agitando i campanelli che gli cingono la vita – rolelan nella lingua locale significa appunto “campanello” – e il Kheirar, il re delle maschere, che in passato bussava alle porte delle abitazioni con una scopa e, appena entrato, spazzava il pavimento per cacciare via la sfortuna e il cattivo tempo. Il Carnevale, quindi, nella cultura saurana rappresentava una sorta di rito propiziatorio.

Oggi il Kheirar non entra più in casa, ma le maschere si radunano per le vie di Sauris, addentrandosi poi nei boschi – illuminati da un grande falò – e tenendo in mano delle lanterne. Alle prime luci dell’alba il corteo fa ritorno in paese, fermandosi negli stavoli, baite di pietra e legno che un tempo accoglievano i pastori nel periodo estivo, quando portavano le greggi al pascolo: qui ci si ritempra bevendo vin brulé, una bevanda calda a base di vino rosso, zucchero e spezie, e mangiando i dolci del Carnevale.

 

Sauris, un’isola tra artigianato e sport invernali

Un’isola tra le montagne: così viene definita Sauris dai friulani. Non solo per la sua felice posizione geografica – è incastonato tra sette imponenti alture dolomitiche –, ma anche perché qui si parla ancora una lingua rara e molto particolare, di influenza tedesca.

Il borgo è rinomato poi per l’artigianato e per le tante botteghe che punteggiano le sue stradine, in cuii saurani si dedicano alla tessitura di lino, canapa e lana e alla lavorazione del legno, realizzando una molteplicità di oggetti, tra cui le dalmine, calzature simili a zoccoli, e le tradizionali maschere di Carnevale.

In inverno Sauris è una destinazione perfetta per gli amanti degli sport d’alta quota: a poca distanza dal paese ci sono percorsi ricoperti di neve per lo sci di fondo, di facile o media difficoltà, che offrono una vista privilegiata sugli incantevoli scenari della Carnia.

 

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