In Germania cucinati con il curry rappresentano il piatto nazionale, tanto che i piatti di CurryWurst venduti ogni anno sono circa 800 milioni. Nel nostro Paese non sono così diffusi ma il loro consumo è in costante crescita negli ultimi anni e nel 2013 ha raggiunto le 69.200 tonnellate prodotte (+3% rispetto al 2012, fonte Assica).
Escludendo l’export, praticamente ogni italiano ne consuma circa 1 kg all’anno tra quelli classici, ottenuti da una miscela tritata di carne bovina e suina, quelli di carne di suino e i più recenti di pollo, molto apprezzati dai bambini e largamente impiegati nelle diete.
Anche se la patria mondiale è considerata la vicina Germania, nel nostro Paese il consumo si è diffuso dalla metà degli anni ’70 grazie alle serie tv e ai film americani in cui compariva sottoforma di hotdog, il classico panino con wurstel condito con ketchup, maionese o senape che resterà così per sempre nell’immaginario collettivo.
Oggi i wurstel sono entrati stabilmente nella dieta settimanale di grandi e piccini, in casa o fuori casa, consumati cotti alla griglia, in padella o sulla piastra e generalmente accompagnati da patatine.
Proprio le “patatine e wurstel” hanno soppiantato l’hotdog nelle preferenze degli italiani diventando un piatto fisso di pub, tavole calde, paninoteche, pizzetterie e autogrill. Per quasi un ventennio i wurstel sono finiti nel piatto, arrostiti o alla piastra, con i crauti, oggi quasi scomparsi.
Per molto tempo demonizzato il wurstel è stato ampiamente riabilitato tanto da abbandonare il classico hotdog e diventare protagonista di aperitivi e piatti gourmet. Assieme alle patatine fanno essere la pizza omonima (patatine e wurstel) tra le più richieste. Tagliati a tocchetti di 2 cm e avvolti in pasta sfoglia sono tra i rustici più apprezzati. Danno un tocco in più all’insalata di riso o a piatti di cereali come l’insalata di farro. Nelle pizzetterie e gastronomie è immancabile il wurstel in camicia di pasta rustica. E poi negli spiedini, con le verdure come i peperoni e nelle pizze rustiche. Non è difficile trovarseli davanti agli aperitivi, nel formato mignon, dove si accompagnano bene ad olive e cocktail.
Come si cucina
Come si cucina
Essendo nati come street food, il modo più naturale di mangiarli è bolliti in un panino, magari camminando per strada, come avviene in Germania, Austria e i molti Paesi nordici dove ad ogni angolo di strada si trovano chioschi che vendono il classico panino con il wurstel. Nulla a che vedere con l’hotdog americano, inserito in un panino grande quanto tutta la lunghezza del “salsicciotto” e abbondantemente condito con ketchup e maionese. Generalmente li si trova crudi, venduti in confezioni di plastica sottovuoto da 3 o sei pezzi, ma sarebbe preferibile conservarli cotti, in barattoli di vetro o scatole di latta, come vuole la tradizione tedesca.
Se li si cucina a casa e non li si usa lessati, è consigliabile non aggiungere olio o burro alla cottura, dal momento che ne sono già saturi e lo rilasciano da soli. Da un punto di vista nutrizionale forniscono 271 calorie per 100 grammi. Anche se l’ingrediente principale è la carne, in ogni salsicciotto c’è il 58,9% di acqua, il 23,3%, di lipidi, di cui saturi il 7%, proteine per il 13,7% e piccole quantità di carboidrati e vitamine del gruppo B.
L'origine
L'origine
In tedesco wurstel significa letteralmente “salsicciotto”. Wurstel, infatti, è il diminutivo della parola wurst, salsiccia. Non ci sono fonti certe sull’origine di questa prelibatezza. Originariamente sembra si chiamasse “Frankfurter Wurstchen”, cioè salsiccia di Francoforte. E oggi quelli della città teutonica sono tra i più pregiati. Ottimi wurstel sono prodotti però anche in Austria e Trentino Alto Adige. Il classico resta quello di carne di suino pura ma ci sono tante varianti, sia nella miscela di carne sia negli ingredienti.
Il museo dei wurstel
Il museo dei wurstel
Il “salsicciotto” è così importante per la Germania, di cui è tra i simboli nazionali, che a Berlino gli hanno dedicato un museo, il Curry Wurst Museum. Pagando un biglietto di 11 euro – compreso di consumazione – si ripercorre la storia del wurstel, immagini, racconti e aneddoti, curiosità sui gusti di personaggi famosi, locandine storiche di aziende e pagine di giornale. E poi ci sono i classici baracchini di strada e i chioschi (Imbisstand) dove si vendono i wurstel. Una sezione è completamente dedicata alle spezie da abbinare ai piatti, con la possibilità di gustarle oltre a conoscere curiosità e storia dei Paesi di provenienza. Il museo è organizzato come una mostra interattiva in cui si è guidati dalla mascotte QWoo.