I talent televisivi con gli chef e il dilagare sul web di blog e siti sul tema fanno bene alla cucina e all’intero comparto agroalimentare, producono modificazioni ai comportamenti d’acquisto dei consumatori e ai consumi alimentari. È la tesi sostenuta dalla giornalista dell’Ansa Alessandra Moneti e dal direttore dell’Area agroalimentare di Nomisma, l’economista Denis Pantini, nel libro “Ci salveranno gli chef (Agra Editrice, 2014).

masterchefLa tesi è supportata anche da un’approfondita ricerca di Nomisma sui legami tra media, cucina, alimentazione e consumi. Il dato più significativo è che la tv e il web influenzano le scelte alimentari, nella direzione di una maggiore qualità. Il 75% degli italiani è sempre più interessato alla cucina e si informa attraverso i media o segue trasmissioni tv e talent con gli chef. Secondo il 54% degli intervistati questo grande interesse per la cucina si traduce anche in cambiamenti nel comportamento negli acquisti o nelle modalità di consumo dei prodotti alimentari.

In altre parole, i programmi televisivi dedicati alla cucina hanno avuto, tra gli altri, l’effetto di aiutare le famiglie italiane a risparmiare negli acquisti alimentari, magari sostituendo il consumo di piatti pronti con le preparazioni da realizzare direttamente in casa” – dichiara Denis Pantini, co-autore del libro – “Dall’indagine emerge infatti che l’81% degli intervistati passa più tempo a cucinare che in passato e il 95% presta più attenzione alla qualità”.

La cucina è stata sempre oggetto delle attenzioni dei media, dalla presenza di ricette sulle pagine dei principali giornali, quotidiani e periodici, alla radio e alla tv fino ad arrivare al web, dove il fenomeno foodblogger ha fatto da traino ad un rinnovato interesse per tutta la filiera: dalla terra alla tavola.

Dunque la comunicazione è strategica se si vuole puntare ulteriormente a fare sviluppo e occupazione valorizzando il sistema agroalimentare. Il libro fornisce anche alcuni numeri che consentono di inquadrare meglio lo scenario. La filiera agroalimentare italiana, dalla produzione fino alla distribuzione al dettaglio, e a tutto ciò che ruota attorno alla cucina domestica, rappresenta il 9% del Pil e il 14% dell’occupazione nazionale, coinvolgendo ben 2.171.688 imprese.

benedetta-parodi-cotto-e-mangiatoLa figura dello chef è il vettore principale per esportare i prodotti tipici italiani in tutto il mondo – ha detto Denis Pantini, economista esperto del settore alimentare, nel corso della presentazione – perché si pone come ponte di comunicazione tra la piccola produzione eccellente e il consumatore finale“.

I prodotti tipici e la cucina italiana rappresentano anche una fetta importante del turismo, perché molti stranieri vengono nel nostro Paese anche e soprattutto attirati dal “mangiare buono”. Nel 2012, secondo una indagine campionaria della Banca d’Italia riportata nel libro, circa 730.000 viaggiatori hanno dichiarato di aver scelto una vacanza in Italia esclusivamente per motivi enogastronomici. Questi turisti hanno speso sul territorio nazionale 124 milioni di euro.

Occorre capire quanto di buono ci sia in quella che oggi rischia di apparire solo una moda – ha spiegato Alessandra Moneti – per sfruttare al meglio le potenzialità di un settore che produce eccellenza e comincia solo adesso a fare squadra“.

 

 

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