Cialde alte meno di un centimetro, croccanti fuori e morbide dentro, dalla caratteristica superficie “a nido d’ape”, ottenute da un semplicissimo impasto di acqua, farina, lievito di birra e un pizzico di sale. I Gofri sono una specialità della cucina piemontese, da gustare sia in versione dolce che salata, farciti con salame, pancetta, prosciutto e formaggio, oppure ricoperti di miele, marmellata o crema al cioccolato.
Da qualche anno possono essere mangiati anche per i vicoli di Roure, un piccolo comune nei pressi di Pinerolo: qui dal 2005 Erica Lazzarini e Marzia Jourdan gestiscono la bottega Io mangio Gofri, dove ogni giorno vendono cialde caldissime preparate secondo la ricetta di famiglia e farcite con gli ingredienti più disparati, dai salumi ai formaggi spalmabili, dalle verdure di stagione alle creme. E non è tutto: le due giovani imprenditrici girano la Penisola con la “gofri-mobile”, un furgone a bordo del quale portano le loro fragranti bontà alle feste, alle sagre e alle fiere enogastronomiche.
Un altro posto dove acquistarli – e consumarli poi in strada – è la Gofreria Piemontèisa di Torino, nata anch’essa nel 2005, un localino che offre pure altri prodotti tipici della cucina locale, come le “miasse” – sottili rettangoli a base di farina di granturco cotti su apposite piastre – e la “miaccia” – un antico pane originario della Val Sesia.
Ma la “trasformazione” dei gofri in street food è un avvenimento piuttosto recente: queste cialde nacquero, infatti, alla fine dell’Ottocento nelle case degli abitanti della Val di Susa e della Val Chisone, come sostituto del pane. Durante i gelidi inverni alpini, non potendo recarsi dai fornai a valle a causa delle abbondanti nevicate, gli abitanti delle comunità montane mescolavano farina, acqua, sale e lievito, cuocendo l’impasto fra due piastre di ghisa dette “ferri” o “goufria”, precedentemente unte con un pezzetto di lardo e riscaldate sulla stufa a gas o a legna. Questa particolare ricetta fu importata in Piemonte dalla confinante Francia, dove le gaufre – che in francese significa proprio “nido d’ape” – erano presenti sin dall’epoca medievale, consumate insieme a formaggio e miele.
Oggi non è facile trovare in commercio le antiche piastre da scaldare sul fuoco, perciò, per fare i gofri in casa, è possibile utilizzare le moderne gofriere da collegare direttamente alla presa elettrica.