Il consumo medio pro capite annuo di pasta in Italia (dati IPO, Annual Survey on World Pasta Industry – October 2012), si attesta sui 26 kg. Pochi per il Wall Street Journal, secondo cui “gli italiani stanno perdendo il gusto per la pasta”, per dirla con le parole di un articolo pubblicato l’11 ottobre che ha fatto il giro del mondo.
La quantità giusta, secondo i più autorevoli nutrizionisti che la indicano come la porzione ideale giornaliera, è di circa 70 grammi di pasta una volta al giorno. Certo rispetto a soli 10 anni fa, quando se ne consumavano 40 kg pro capite all’anno, c’è stata una forte riduzione sui consumi, ma l’Italia resta saldamente in testa alla classifica dei consumatori, davanti al Venezuela, con 13 kg all’anno a testa, e la Tunisia, con 12 kg; seguono Grecia, Svizzera, Svezia e Stati Uniti. “Il dato rassicurante” – secondo l’ultimo report di Coldiretti – “è che i consumi di pasta delle famiglie italiane nel 2013 hanno tenuto più degli altri prodotti con un calo di appena l’1,3 per cento, mentre si è contratta la spesa (-8,9 per cento) per la tendenza ad acquistare confezioni low cost”.
E se per gli italiani la pasta è sinonimo di cibo quotidiano, il 56% degli americani sostiene di non riuscire a vivere senza mangiare pasta (NPA 2011). L’Italia è leader anche nella produzione, secondo gli ultimi dati Coldiretti, con 3,2 milioni di tonnellate – una quantità superiore a quella degli Stati Uniti (2 milioni di tonnellate), del Brasile (1,3 milione di tonnellate) e della Russia (858mila tonnellate). E se le paste artigianali trafilate al bronzo sono il must degli ultimi anni, il nuovo trend è mangiare paste realizzate con grano 100% italiano.