La frutta secca fa bene e bisognerebbe mangiarne almeno 30-40 grammi al giorno. Eppure i consumi pro capite in Italia, che è tra i primi produttori mondiali, sono inferiori alla media europea.
Con circa mezzo chilo l’anno, le mandorle sono la frutta secca preferita dagli italiani, segue l’uva passita, i pistacchi e le noci, poi albicocche, fichi e prugne. Secondo uno studio durato oltre trent’anni, tra i più lunghi e ampi del suo genere mai condotti, pubblicato di recente sul New England Journal of Medicine, la frutta secca, disidratata o a guscio, è il vero elisir di lunga vita!
Le persone che consumano abitualmente frutta secca ogni giorno hanno il 20% in meno di probabilità contrarre malattie di qualsiasi genere, principalmente quelle cardiache e circolatorie. Dunque la frutta secca fa bene. Se ne parlerà a Bologna il 14 gennaio 2014 nell’ambito di Marca, la fiera del Private label con il convegno “Frutta Secca è benessere” promosso da Nucis Italia, l’associazione dei produttori di Frutta secca, rappresentanza italiana della fondazione INC – International Nut and Dried Fruit Council, istituita con la finalità di divulgare le qualità benefiche connesse al consumo di frutta secca ed essiccata.
“Negli ultimi anni – fanno sapere da Nucis Italia – la frutta secca ha modificato il suo vissuto presso il consumatore italiano: da prodotto alto calorico e con una connotazione prettamente natalizia è transitato verso una categoria salutistica. Questa metamorfosi è stata possibile grazie ai numerosi studi clinici realizzati a livello mondiale che hanno rivelato le tante virtù dei semi oleosi (cioè noci, nocciole, mandorle, pinoli, etc…) e della frutta disidratata morbida per la nostra salute, se consumata nella giusta dose, ovvero circa 30/40g al giorno”.
La frutta secca, diversamente da quanto si pensi, è molto presente nell’alimentazione quotidiana. Il 32% della produzione è utilizzata negli aperitivi, in cui, ad esempio, mandorle e pistacchi, ma anche anacardi, sono immancabili; il 28% è impiegata in cucina, tra produzione industriale e uso domestico; il 21% è consumo stagionale, praticamente quello natalizio: un periodo in cui la frutta secca è immancabile sulle tavole delle feste; il 12% della frutta secca prodotta è destinata all’industria della salute e il 4% agli snack (Conad).