BreakfastDividendo i 2,3 kg di burro consumati annualmente, risulta che ogni italiano ne mangia non più di 6,5 grammi al giorno (Clal). Molto meno dei 10 grammi della razione massima consentita. Ma in questa quantità c’è tutto il burro consumato, quello crudo ma anche quello utilizzato nella preparazione di piatti freschi e prodotti dei più diversi. Dunque non c’è da preoccuparsi. Piuttosto potremmo mangiarne un po’ in più, recuperando anche abitudini perdute come il classico pane, burro e marmellata.

Dopo esser stato demonizzato per oltre 40 anni, da quando, nel 1970, con il famoso studio dei “sette paesi”, i ricercatori individuarono una correlazione tra il livello di colesterolo e le malattie cardiache, oggi il burro è stato completamente riabilitato ed è considerato un alimento importante nella dieta quotidiana. La conferma viene da una ricerca del cardiologo Aseem Malhotra pubblicato sul British Medical JournalSaturated fat is not the major issue“.

Di fatto non mangiamo burro ogni giorno, dunque nessun problema. Il suo consumo, dopo quasi trent’anni, sta tornando a crescere. È preferibile consumarlo crudo, magari spalmato su una fetta di pane caldo a colazione o come base per crostini con acciughe o caviale. In alcuni casi è consigliabile alternarlo all’olio extra vergine di oliva. È indispensabile nella preparazione di alcuni piatti come il riso all’inglese (con il burro) o nei ravioli o tortelli alla salvia. Se non è utilizzato per friggere e lo si porta al punto di fumo non fa male, neanche usato come condimento, per esempio di spinaci o carote.

Dunque il burro non fa male, anzi secondo il cardiologo inglese, può avere effetti positivi. È molto digeribile rispetto ad altri grassi ed è ricco di vitamina A. Certo, 20 grammi di burro forniscono circa 50 mg di colesterolo, ma non meno di una piccola bistecca o di tanti altri alimenti.

 

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