
Nel 2014 ben 15 milioni di italiani, facendo la spesa, hanno messo nel carrello alimenti e prodotti a chilometro zero, quelli della cosiddetta “filiera corta”. Prodotti e alimenti che non devono percorrere lunghe distanze per viaggiare da un paese all’altro, inquinando e facendo lievitare i prezzi.
Secondo una ricerca della Coldiretti, l’associazione dei Coltivatori diretti, sono in aumento anche i consumatori che scelgono frutta e verdura coltivate nelle campagne del Belpaese, pesce del Tirreno o dell’Adriatico, carne e uova provenienti da allevamenti non intensivi, formaggi, legumi, pasta e riso, olio extravergine, conserve, marmellate e miele prodotti da piccole aziende locali, che lavorano nel rispetto dell’ambiente. C’è sempre più attenzione all’etichetta e alla provenienza: una rivoluzione culturale.
Non è facile, tuttavia, orientarsi tra i prodotti che provengono dalle 10mila fattorie e botteghe che aderiscono al circuito Campagna Amica dell’Associazione di agricoltori, vendendo prodotti del territorio nei cosiddetti mercati del contadino organizzati periodicamente nelle piazze italiane, e tra le sempre più numerose imprese green che distribuiscono le proprie specialità in loco, senza passaggi intermedi o nei punti vendita locali della Distribuzione Organizzata. Oggi un aiuto prezioso arriva dalla tecnologia, con una serie di app per smartphone e tablet pronte a guidare i cittadini ad acquisti sostenibili.

In Italia la più famosa è L’orto in tasca, sviluppata nel 2012 da un team di ingegneri di Udine e disponibile gratuitamente per Android e iOS, sia in italiano che in inglese. Grazie a un dispositivo di geolocalizzazione, all’avvio l’applicazione segnala le aziende agricole più vicine in base alla propria posizione – in un raggio d’azione personalizzabile che va da 50 a 500 chilometri – e permette di controllare prezzi e disponibilità dei prodotti. Uno strumento utile non solo per i singoli, ma anche per ristoranti e mense che sposano la filosofia del km0.
Pensata solo per iPhone, invece, Fresh&Local, nata negli uffici della Cloud in Touch di Milano: inserendo la tipologia e il punto di origine del cibo acquistato nel cosiddetto green-o-meter o “calcolatore di freschezza”, l’app consente di scoprire quanta strada ha percorso un alimento prima di arrivare nel nostro carrello della spesa. E ancora, è promossa da Campagna Amica l’app Terranostra: creata iOS, Android e Windows Phone, offre una mappa degli agriturismi italiani associati a Coldiretti, dove comprare cibi di produzione locale o trascorrere qualche giorno tra relax e natura.
I vantaggi della filiera corta
“Dietro al termine km zero – mutuato dal protocollo di Kyoto – c’è il tentativo di cambiare stile di vita ricordando che se pranziamo con il vino australiano, prugne cilene e carne argentina, spendiamo in termini energetici più di quel che ingurgitiamo”, si legge nella presentazione del Progetto Km 0, promosso da Coldiretti Veneto per sensibilizzare i cittadini all’acquisto di prodotti locali.
Per arrivare dai paesi esteri al supermercato sotto casa, gli alimenti compiono lunghi viaggi che si traducono in consumi di petrolio – e quindi nell’aumento del prezzo finale – e in emissioni di anidride carbonica che innalzano il livello di inquinamento.
Scegliere la filiera corta è un gesto che influisce positivamente sul portafogli e sull’ambiente, permettendo di risparmiare anche su imballaggi e costi di conservazione degli alimenti. E che fa bene all’economia locale, dando respiro ai piccoli produttori del nostro Paese, e alla salute, portando in tavola prodotti decisamente più freschi e più buoni.